DAL LSOLE24ORE.COM
Quel viaggio nel fondo Kingate, dalle Bermuda fino all'Italia
dall'inviato Morya Longo
17 Dicembre 2008
LONDRA - Numero 20 della centralissima St. Jame's street di Londra. Anche qui, a un passo da Piccadilly, si è abbattuto l'uragano della frode di Bernard Madoff.
Al quinto piano di una palazzina come tante c'è infatti la sede della Fim Advisers Llp, società di gestione e di advisory guidata da due italiani: Carlo Grosso e Federico Ceretti. Due professionisti stimati, a Londra. Che, a metà degli anni '90, hanno fatto una scelta di cui oggi si pentono amaramente: sono diventati distributori (insieme ad altri) del fondo Kingate delle Bermuda, uno dei tanti fondi gestiti da Madoff. Ottimi guadagni per anni. Solo rabbia ora, per una frode di cui Ceretti e Grosso – a detta di chi li conosce – non sapevano nulla. Frode che ha "bruciato" oltre 3 miliardi di dollari di Kingate. Che ha sfiorato poi il Banco Popolare, che con Fim Advisers aveva un rapporto di consulenza. E che, secondo le ricostruzioni del Sole-24 Ore, potrebbe avere toccato anche la famiglia Bassani del gruppo Wally. Si è invece salvata Eurizon, che aveva anch'essa Fim come advisor. È per questo che la vicenda di Grosso e Ceretti (simile a migliaia di altre in giro per il mondo) diventa emblematica: testimonia come una truffa si sia propagata nel mondo. Non tra i soliti piccoli risparmiatori: le vittime questa volta sono i professionisti della finanza. Da New York fino all'Europa, Italia inclusa, passando per le spiagge delle Bermuda.
Dalle Bermuda a Londra
La vicenda di Grosso e Ceretti inizia nel 1981, quando a Londra fondano la Fim Advisers. Inizialmente si occupano di gestioni patrimoniali e poi, dai primi anni '90, si specializzano in fondi di fondi hedge. È nel 1994-95 che Ceretti e Grosso vanno nelle Bermuda, dove incontrano i vertici di una società locale: Kingate. Un incontro tra professionisti, che convince i capi della Fim a fare il passo: firmare un accordo di consulenza e distribuzione (non esclusiva) del fondo Kingate. Si tratta di un fondo "feeder", che era appena stato creato, di Madoff: un prodotto gestito da lui, per cui la Fim Advisers fa puramente un'attività di distribuzione.
Se oggi si cerca di chiedere a Grosso e Ceretti cosa li abbia convinti, loro si trincerano dietro un «no comment». La vicenda ormai è in mano ai legali. Ma se si parla con chi li conosce bene, a Londra, si capisce il motivo: Madoff aveva creato la strategia in apparenza ideale, capace di generare buoni e costanti ritorni con una bassa volatilità. La strategia aveva anche un nome: "split strike conversion". In pratica consisteva nell'acquisto di un'azione e nel contestuale acquisto di un'opzione put e vendita di un'opzione call. Non solo. Madoff era uno dei più grossi market maker fuoriborsa sulle azioni quotate a New York. Aveva inoltre una delle tecnologie di trading più avanzate. Ed era una «brava persona che parlava sempre dei figli», ricorda un investitore. Insomma: era il gestore dei sogni.
Oggi sappiamo che la realtà era ben diversa. Però ci hanno creduto in tanti. Non tutti, ma tanti: Madoff aveva almeno mille clienti, tra cui altri fondi "feeder" come Kingate. Saranno gli investigatori a stabilire se tra tutti questi fondi, situati in giro per il mondo, ci siano state delle complicità. Saranno gli investigatori a rispondere alla domanda più difficile: possibile che una persona sola, senza complici, abbia truffato il mondo intero?
Da Londra all'Italia
Sta di fatto che Fim Advisors ha contribuito a collocare il fondo Kingate, oltre a tanti altri suoi prodotti per fortuna migliori, a investitori istituzionali italiani ed europei. È certo che la società londinese ha avuto almeno due importanti rapporti di consulenza in Italia: uno con Eurizon (ex Sanpaolo e ora Intesa Sanpaolo) e uno con Bipielle Alternative insieme a Bipielle Suisse (ex gruppo Banca Popolare di Lodi). Entrambe le consulenze sono di vecchia data: quella con la Popolare di Lodi risale ai tempi di Gianpiero Fiorani. Entrambe sono state recentemente sciolte, per motivi interni alle due banche. E, per loro fortuna, hanno lasciato poche ferite: Eurizon non aveva mai investito nel fondo Kingate, mentre il Banco Popolare (che ha inglobato la ex Popolare di Lodi) ha una minima esposizione su quel fondo. I dolori per il Banco, infatti, sono arrivati soprattutto dalla svizzera Ubp.
C'è poi la famiglia Bassani, quella che vendette nel 1998 alla Popolare di Lodi la Banca Adamas poi diventata Bipielle Suisse. Le indiscrezioni raccolte dal Sole-24 Ore, indicherebbero che i Bassani abbiano investito anni fa qualcosa come 35 milioni di euro in un fondo chiamato Five Balanced Fund. Fim – si dice – era l'advisor. Una parte del fondo (le indiscrezioni indicano 1,75 milioni) era a sua volta investita in Kingate. Se questo investimento sia ancora in piedi è difficile a dirsi. Entrambe le parti (Fim e Bassani), contattate, non dicono nulla. Pare che questo rapporto si sia già chiuso, ma non è possibile averne la certezza. Ma questo, in fondo, conta poco: è solo una piccola storia all'interno di una truffa americana. La stessa Fim Advisors ieri ha comunicato di avere un'esposizione verso i fondi Madoff sul proprio portafoglio di 160 milioni, pari al 5,5-6% delle masse gestite (2,6 miliardi in totale). Sono Grosso e Ceretti le prime vittime della truffa. Che dire: mal comune...
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m.longo.ilsole24ore.com
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giovedì 18 dicembre 2008
martedì 9 dicembre 2008
I PUNCI E LA NOSTRA VITA, Punci and our life
Punci c'est un mot completement inventé: nous pouvons nous referer à un dimanche du 2003, quand dans la salle de l'Osteria Agricola se rencontrent deux bande de fous: la première c'etait L'Ariondassa, et son captain, Chacho Marchelli (www.ariondassa.com), et Franco Maròch
supporté paar le deu musicien du "Duo Bale Stracche". L'un du groupe de Franco Maròc à un sertain momento nous à dit: "Adès i veuij mostreve un tòch neuv, ch'a l'ha scritt Maròch". C'etait le debut d'une nouvelle epoque: tou un horizon etit entrain de s'ouvrir. Fit amour a première vue, sans doute ni exitation. C'etait nòtre chanson.
La Lirique: n'est pas compliquée: "Bevi un pò meno punci, guard come ti conci, Sabato e la Domenica...e il lunedì". C'est un chanson ecrite par Maròch pour une amis a lui, qui passait le lundi matin au bar, matin bonneheure, a boire le Punch.....
Le rest dela chanson est un mixage de deux-troi chansons de soulards, melangée paur un certain mr .....(ça m'Echappe ) qui avait temlent bus au point de ne pas se rendre compte des ses propre mots. L'ensamble est un magnifiqhe euvre d'art qui est devenù notre refrain, la fin des soirèes, la fin du spectacle, la fin ....du monde.
Voici un petit morceaux volé a l'Osteria Agricola du 2005.
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supporté paar le deu musicien du "Duo Bale Stracche". L'un du groupe de Franco Maròc à un sertain momento nous à dit: "Adès i veuij mostreve un tòch neuv, ch'a l'ha scritt Maròch". C'etait le debut d'une nouvelle epoque: tou un horizon etit entrain de s'ouvrir. Fit amour a première vue, sans doute ni exitation. C'etait nòtre chanson.
La Lirique: n'est pas compliquée: "Bevi un pò meno punci, guard come ti conci, Sabato e la Domenica...e il lunedì". C'est un chanson ecrite par Maròch pour une amis a lui, qui passait le lundi matin au bar, matin bonneheure, a boire le Punch.....
Le rest dela chanson est un mixage de deux-troi chansons de soulards, melangée paur un certain mr .....(ça m'Echappe ) qui avait temlent bus au point de ne pas se rendre compte des ses propre mots. L'ensamble est un magnifiqhe euvre d'art qui est devenù notre refrain, la fin des soirèes, la fin du spectacle, la fin ....du monde.
Voici un petit morceaux volé a l'Osteria Agricola du 2005.
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MY GARDEN, mé Òrt !
ED é con la propria forza che l'uomo strappa alla natura selvaggia un lembo di terra da coltivare. Con la forsa dell'intelligenza che fa di lui un essere divino. E la forza della volontà.
Da marzo a dicembre, freddo, caldo e ancora freddo, sole e acqua, il ciclo della nostra vita. La neve ha coperto il nostro terreno, e siamo a racogliere le immagini dell'estate, dopo che sotto a un mucchio di foglie e neve giacciono a riposare i frutti del nostro lavoro estivo!
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Da marzo a dicembre, freddo, caldo e ancora freddo, sole e acqua, il ciclo della nostra vita. La neve ha coperto il nostro terreno, e siamo a racogliere le immagini dell'estate, dopo che sotto a un mucchio di foglie e neve giacciono a riposare i frutti del nostro lavoro estivo!
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garden scaparon ort
lunedì 1 dicembre 2008
MIRIAM E' PARTITA (Started MIRIAM trip)
Miriam Orlando, Osteopata e fisioterapista e motociclista, più volte recidiva della nostra Osteria Agricola, realizza un sogno. Our friend MIRIAM is living from south to North America with a BMW Bike !Attraversare le Americhe da Nord a Sud, 36,000 km con la sua motocicletta BMW. Miriam porta con se...
...fra le altre cose ( sicuramente più importanti), anche un vessillo strategico, (per noi) , un lasciapassare internazionale ; la maglietta Scaparon, che non ha mancato di fotografare vicino ai pinguini della Patagonia, qualche giorno fà. Aspettiamo altre notizie da Miriam e vi terremo al corrente dei suoi spostamenti. Inutile dire che siamo profondamente invidiosi di lei e del suo viaggio : ci limiteremo nell'accompagnarla col pensiero. CORAGE !!!! Potete seguire il blog di Miriam su www.ioparto.eu.
Vous pouvez suivre le blog de Miriam www.ioparto.eu
Invidia an Piemontèis a j'é nen, podima mach dì d'esse tant "Gelos" dël viage 'd costa brava tòta. ! Fòrsa Miriam!!!!!!!!!
La bandiera Scaparon sventola sulle coste Argentine della Patagonia; in alto un gabbiamo che vola libero, la coincidenza che , come al solito, non ci delude mai... Leggi il resto del articolo......
sabato 22 novembre 2008
Impariamo dalla Campania: BRAVI!
Con molta gioia nel cuore, vo dò l'annucio di una nuova nascita del patrimonio culturale del mondo: una nascita che (purtroppo) ancora aspettiamo per la Regione Piemonte, e che invece, come sempre, la regione Campania ha anticipato, dimostrando interesse, amore e cura per la propria lingua.
Con molta gioia nel cuore, vo dò l'annucio di una nuova nascita del patrimonio culturale del mondo: una nascita che (purtroppo) ancora aspettiamo per la Regione Piemonte, e che invece, come sempre, la regione Campania ha anticipato, dimostrando interesse, amore e cura per la propria lingua.
Il napoletano è ufficialmente lingua
ella seduta del 14 ottobre 2008, il Consiglio regionale della
Campania ha approvato il disegno di legge d'iniziativa provinciale,
rubricato "Tutela e valorizzazione della lingua napoletana": il
napoletano è, dunque, ufficialmente lingua. Della presentazione del
d.d.l., il cui testo il Consiglio provinciale aveva licenziato nella
seduta del 22 marzo 2006, questa testata diede già notizia, nel numero
del 24 marzo successivo, e, del resto, non poteva mancare una
considerazione siffatta, per un'espressione idiomatica caratterizzata,
da un lato, da peculiarità grammaticali e sintattiche e, dall'altro,
da un proprio patrimonio letterario, che affonda le radici,
addirittura, nel secolo XV.
A supporto dell'esame del d.d.l. si sono svolti, nel frattempo,
convegni sui germanismi, sugl'ispanismi e sui francesismi nella lingua
napoletana, curati dal gruppo di studio che, coordinato dal
consigliere provinciale Luigi Rispoli e dal giornalista Umberto
Franzese, vede la partecipazione, insieme con chi scrive queste righe,
di personalità di spicco del panorama culturale napoletano, fra le
quali, Francesco d'Episcopo (nella foto), Renato de Falco, Carlo
Iandolo, don Matteo Coppola, Franco Lista, Ettore Capuano.
Al danno, dunque, arrecato al patrimonio linguistico dei napoletani
dalla repressione dei localismi, introdotta dall'Unità nazionale,
danno che non era riuscito a riparare il Parlamento, presso il quale
era naufragato il d.d.l. presentato dai parlamentari Sergio Cola e
Vincenzo M. Siniscalchi, ha dato, finalmente, rimedio la Regione
Campania. Resta da attendere, ora, la concreta attuazione della
disciplina dettata dal parlamentino regionale, sia attraverso la
redazione d'un regolamento d'esecuzione, sia attraverso la creazione
d'appositi organismi, ai quali dovrà essere demandata l'effettiva
tutela della lingua napoletana, da realizzarsi, secondo i principi
introdotti dal provvedimento normativo, lungo i due canali paralleli
della "codificazione" dell'espressione idiomatica e dell'"educazione
all'uso", sia parlato, che scritto, della stessa. Finalmente, «mo'
putimmo parlà'».
Sergio Zazzera il - Brigante
Il piemontese, lingua di stato, vecchia dal 1100 di una letteratura poesia e musica più antica e strutturate di ogn lingia regionale d'italia, soffre ancora l'abbandono dei responsabili della cultura. Pazienza, come sempre...sapremo aspettare...
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Con molta gioia nel cuore, vo dò l'annucio di una nuova nascita del patrimonio culturale del mondo: una nascita che (purtroppo) ancora aspettiamo per la Regione Piemonte, e che invece, come sempre, la regione Campania ha anticipato, dimostrando interesse, amore e cura per la propria lingua.
Il napoletano è ufficialmente lingua
ella seduta del 14 ottobre 2008, il Consiglio regionale della
Campania ha approvato il disegno di legge d'iniziativa provinciale,
rubricato "Tutela e valorizzazione della lingua napoletana": il
napoletano è, dunque, ufficialmente lingua. Della presentazione del
d.d.l., il cui testo il Consiglio provinciale aveva licenziato nella
seduta del 22 marzo 2006, questa testata diede già notizia, nel numero
del 24 marzo successivo, e, del resto, non poteva mancare una
considerazione siffatta, per un'espressione idiomatica caratterizzata,
da un lato, da peculiarità grammaticali e sintattiche e, dall'altro,
da un proprio patrimonio letterario, che affonda le radici,
addirittura, nel secolo XV.
A supporto dell'esame del d.d.l. si sono svolti, nel frattempo,
convegni sui germanismi, sugl'ispanismi e sui francesismi nella lingua
napoletana, curati dal gruppo di studio che, coordinato dal
consigliere provinciale Luigi Rispoli e dal giornalista Umberto
Franzese, vede la partecipazione, insieme con chi scrive queste righe,
di personalità di spicco del panorama culturale napoletano, fra le
quali, Francesco d'Episcopo (nella foto), Renato de Falco, Carlo
Iandolo, don Matteo Coppola, Franco Lista, Ettore Capuano.
Al danno, dunque, arrecato al patrimonio linguistico dei napoletani
dalla repressione dei localismi, introdotta dall'Unità nazionale,
danno che non era riuscito a riparare il Parlamento, presso il quale
era naufragato il d.d.l. presentato dai parlamentari Sergio Cola e
Vincenzo M. Siniscalchi, ha dato, finalmente, rimedio la Regione
Campania. Resta da attendere, ora, la concreta attuazione della
disciplina dettata dal parlamentino regionale, sia attraverso la
redazione d'un regolamento d'esecuzione, sia attraverso la creazione
d'appositi organismi, ai quali dovrà essere demandata l'effettiva
tutela della lingua napoletana, da realizzarsi, secondo i principi
introdotti dal provvedimento normativo, lungo i due canali paralleli
della "codificazione" dell'espressione idiomatica e dell'"educazione
all'uso", sia parlato, che scritto, della stessa. Finalmente, «mo'
putimmo parlà'».
Sergio Zazzera il - Brigante
Il piemontese, lingua di stato, vecchia dal 1100 di una letteratura poesia e musica più antica e strutturate di ogn lingia regionale d'italia, soffre ancora l'abbandono dei responsabili della cultura. Pazienza, come sempre...sapremo aspettare...
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mercoledì 19 novembre 2008
I laureati? Vanno a zappare
Da LA STAMPA , del 19/11/2008 (7:28) - TENDENZE
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Davide Silvestri l'infermiere che si dedicherà alle api |
Boom degli "under 40" che vogliono cambiare vita e si danno all'agricoltura
ANDREA ROSSI
Perché un commercialista con uno studio ben avviato, o un esperto d'informatica, dovrebbe mollare tutto per mettersi a fare l'agricoltore? Difficile dirlo, ma é quel che sta succedendo in mezza Italia. La terra sta tornando di moda. Sarà colpa della crisi, che ha fatto riscoprire il gusto dell'economia reale, ma i bandi regionali per ottenere i finanziamenti destinati ai giovani che vogliono aprire un'attività agricola sono stati presi d'assalto. Il caso più eclatante, forse, é il Piemonte: 1700 richieste, alla scadenza dei termini saranno duemila. I 30 milioni di euro stanziati potrebbero non bastare.
�C'é fermento - conferma il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia -. Ricevo decine di mail, ragazzi che mi chiedono come iniziare un'attività agricola. Questa é una rivoluzione: il mondo crolla sotto il macigno dell'economia virtuale e i giovani tornano a quella reale".
Gli agricoltori non si fanno troppe illusioni. In fondo questa é una toppa in un settore che perde il 5 per cento della sua forza lavoro ogni anno, dove il 55 per cento degli addetti ha più di 60 anni e spesso (60-70 per cento dei casi) non ha figli o nipoti che ne raccoglieranno l'eredità. Il fenomeno, però, resta, e somiglia tanto a un'inversione di tendenza. "Voglio andare a vivere in campagna", l'inno alla crisi esistenziale cantato da Toto Cutugno, oggi sembra più vero che mai. La terra fa tendenza, anche se qui non ci sono romantici, ma giovani quasi sempre laureati, con progetti in cui si parla di business plan, tecnologie e macchinari sofisticati. Altro che sognatori: chi prende i finanziamenti e poi fallisce dovrà restituire i soldi.
Il commercialista: "Basta bilanci, pianterò ulivi"
Ha un papà con uno studio ben avviato. Di fronte a sé avrebbe un futuro certo, un'attivita solida, poco a che spartire con i patemi di tanti suoi coetanei. Invece Marco Giachino, 32 anni, "quasi commercialista" torinese, ha deciso di mollare tutto. Ha impiegato mesi per trovare il terreno giusto. "Pianterò mille ulivi, sarò un produttore di olio extravergine. Ci credo: allìinizio mi divideò tra lo studio di mio padre e le coltivazioni, ma se tutto fila liscio mi tolgo la cravatta, infilo gli scarponi e mi trasferisco in collina insieme con la mia compagna". Il perché é presto detto: é una scelta rischiosa, ma voglio un'altra vita, lontana dall'ufficio, dalla città, dal cellulare che squilla in continuazione e dall'appartamento di 36 metri quadrati in cui sono costretto a vivere.
L'infermiere: "Lascio la clinica, ho scelto le api"
Per vent'anni ha fatto l'infermiere. "Avevo 16 anni. Avevo appena finito il biennio di Agraria, alle superiori, quando decisi di iscrivermi alla scuola per infermieri". Ha lavorato in ospedali, cliniche, case di cura e hospice. Adesso, a 38 anni, Davide Silvestro vuole mettersi a piantare alberi. "Avevo bisogno di cambiare, dopo aver lavorato per così tanto tempo nello stesso settore". Il suo sogno si chiama piante officinali. "Il levistico, ad esempio, che viene distillato e serve a produrre aromatizzanti per l'industria alimentare; oppure il sedano di monte". Si é già messo al lavoro: sta cercando una rete di aziende interessate a cavallo tra Piemonte, Liguria e Costa Azzurra. E sta lavorando anche al suo secondo progetto: "Voglio fare l'apicoltore".
La studentessa: "Preferisco allevare cavalli"
Carlotta Cometto, professione amazzone - e soprattutto studentessa universitaria a Veterinaria - ha una passione sfrenata per i cavalli, tanto che pensa di dedicarci la vita. "Ho 25 anni: da quando sono piccola vado a cavallo, da qualche anno partecipo alle gare nazionali e internazionali di equitazione. Ne ho appena fatto uno e sono arrivata terza su 60 partenti, e prima tra gli italiani". Dall'equitazione all'allevamento il passo é breve, e così Carlotta si é messa in corsa per ottenere il finanziamento: "Voglio far nascere i futuri campioni nel salto a ostacoli. Parto con una decina di cavalli, però mi serve una struttura adeguata che possa ripararli d'inverno e quando piove".
L'informatico: "Depuro l'acqua, piantando canne"
La laurea: Informatica. La professione: imprenditore, titolare di una società di consulenza informatica. Il futuro? Fitodepurazione, tutta un'altra storia. A 36 anni Alberto Defilippi sceglierò una sorta di palude e pianterò una selva di arbusti trasformandola in un canneto. La sua famiglia lo seguirà. Perché? "In Francia é un sistema molto utilizzato: dove non esistono le fognature viene usato questo sistema, un depuratore delle acque reflue". Insomma, l'idea é innovativa: far passare l'acqua - dopo un trattamento - in questo substrato di terreno per purificarla. Procedimento complicato, infatti Alberto Defilippi ha studiato: "Mi sono dovuto informare. Sono stato in Veneto, ho seguito corsi specifici".
�C'é fermento - conferma il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia -. Ricevo decine di mail, ragazzi che mi chiedono come iniziare un'attività agricola. Questa é una rivoluzione: il mondo crolla sotto il macigno dell'economia virtuale e i giovani tornano a quella reale".
Gli agricoltori non si fanno troppe illusioni. In fondo questa é una toppa in un settore che perde il 5 per cento della sua forza lavoro ogni anno, dove il 55 per cento degli addetti ha più di 60 anni e spesso (60-70 per cento dei casi) non ha figli o nipoti che ne raccoglieranno l'eredità. Il fenomeno, però, resta, e somiglia tanto a un'inversione di tendenza. "Voglio andare a vivere in campagna", l'inno alla crisi esistenziale cantato da Toto Cutugno, oggi sembra più vero che mai. La terra fa tendenza, anche se qui non ci sono romantici, ma giovani quasi sempre laureati, con progetti in cui si parla di business plan, tecnologie e macchinari sofisticati. Altro che sognatori: chi prende i finanziamenti e poi fallisce dovrà restituire i soldi.
Il commercialista: "Basta bilanci, pianterò ulivi"
Ha un papà con uno studio ben avviato. Di fronte a sé avrebbe un futuro certo, un'attivita solida, poco a che spartire con i patemi di tanti suoi coetanei. Invece Marco Giachino, 32 anni, "quasi commercialista" torinese, ha deciso di mollare tutto. Ha impiegato mesi per trovare il terreno giusto. "Pianterò mille ulivi, sarò un produttore di olio extravergine. Ci credo: allìinizio mi divideò tra lo studio di mio padre e le coltivazioni, ma se tutto fila liscio mi tolgo la cravatta, infilo gli scarponi e mi trasferisco in collina insieme con la mia compagna". Il perché é presto detto: é una scelta rischiosa, ma voglio un'altra vita, lontana dall'ufficio, dalla città, dal cellulare che squilla in continuazione e dall'appartamento di 36 metri quadrati in cui sono costretto a vivere.
L'infermiere: "Lascio la clinica, ho scelto le api"
Per vent'anni ha fatto l'infermiere. "Avevo 16 anni. Avevo appena finito il biennio di Agraria, alle superiori, quando decisi di iscrivermi alla scuola per infermieri". Ha lavorato in ospedali, cliniche, case di cura e hospice. Adesso, a 38 anni, Davide Silvestro vuole mettersi a piantare alberi. "Avevo bisogno di cambiare, dopo aver lavorato per così tanto tempo nello stesso settore". Il suo sogno si chiama piante officinali. "Il levistico, ad esempio, che viene distillato e serve a produrre aromatizzanti per l'industria alimentare; oppure il sedano di monte". Si é già messo al lavoro: sta cercando una rete di aziende interessate a cavallo tra Piemonte, Liguria e Costa Azzurra. E sta lavorando anche al suo secondo progetto: "Voglio fare l'apicoltore".
La studentessa: "Preferisco allevare cavalli"
Carlotta Cometto, professione amazzone - e soprattutto studentessa universitaria a Veterinaria - ha una passione sfrenata per i cavalli, tanto che pensa di dedicarci la vita. "Ho 25 anni: da quando sono piccola vado a cavallo, da qualche anno partecipo alle gare nazionali e internazionali di equitazione. Ne ho appena fatto uno e sono arrivata terza su 60 partenti, e prima tra gli italiani". Dall'equitazione all'allevamento il passo é breve, e così Carlotta si é messa in corsa per ottenere il finanziamento: "Voglio far nascere i futuri campioni nel salto a ostacoli. Parto con una decina di cavalli, però mi serve una struttura adeguata che possa ripararli d'inverno e quando piove".
L'informatico: "Depuro l'acqua, piantando canne"
La laurea: Informatica. La professione: imprenditore, titolare di una società di consulenza informatica. Il futuro? Fitodepurazione, tutta un'altra storia. A 36 anni Alberto Defilippi sceglierò una sorta di palude e pianterò una selva di arbusti trasformandola in un canneto. La sua famiglia lo seguirà. Perché? "In Francia é un sistema molto utilizzato: dove non esistono le fognature viene usato questo sistema, un depuratore delle acque reflue". Insomma, l'idea é innovativa: far passare l'acqua - dopo un trattamento - in questo substrato di terreno per purificarla. Procedimento complicato, infatti Alberto Defilippi ha studiato: "Mi sono dovuto informare. Sono stato in Veneto, ho seguito corsi specifici".
A new little calf is born in september
Mantenere e crescere una stalla... Ogni giorno di nascita é gioia, senza pensare troppo al futuro di questi amici animali che sono venuti a vivere con noi, per noi, e che ringraziamo ogni giorno. Mercedes ha partorito un vilellino maschio. Mercedes é la figlia di Dora. Entrambe sono nate a Scaparone nellanostgra stalla, dal 2001 !.Ecco il video del piccolo nato.
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MOA GHE ! non sta me tocà...
soporta nen tant ël toch...
dimenticavo, qui' si vedono piu' elefanti che gatti.
nelle foto, due che non vogliono farsi fotografare, e il regalo che ci hanno fatto per farcelo capire......una cagata !!!!!
ciao
allego foto dal mio amico Valter che adesso é nella nostra Africa...
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dimenticavo, qui' si vedono piu' elefanti che gatti.
nelle foto, due che non vogliono farsi fotografare, e il regalo che ci hanno fatto per farcelo capire......una cagata !!!!!
ciao
allego foto dal mio amico Valter che adesso é nella nostra Africa...
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2 Giornata in montagna/2
A la fin de l'après midi, François et Lucie nous donnent epreuve de leur art; a l'han taca a sonéne un-a ëd le sue, a sua manera. adess i preuv a taché 'l video..
Ambelessi i podeve voghe sò video da soj (musica dij Sinto 'd la Romania) ..http://www.youtube.com/watch?v=2A6vYTitMzc Leggi il resto del articolo......
Ambelessi i podeve voghe sò video da soj (musica dij Sinto 'd la Romania) ..http://www.youtube.com/watch?v=2A6vYTitMzc Leggi il resto del articolo......
martedì 18 novembre 2008
Una giornata in montagna / one day on the moutains
We are travelling in the Cuneo's mauntains, with a strange couple ( Kristina and Helmut Spanner), try to find a restaurant. We are with Carolina and Umberto. In the afternnom nous avons cherché de rejoindre la carovane de Steo, qui etait campé des cotés de Dronero, along the river...
Some pictures and a videos...
Helmut il guardone che sta facenda pranzo...
City ff Savigliano. piazza Santarosa
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Some pictures and a videos...
Helmut il guardone che sta facenda pranzo...
City ff Savigliano. piazza Santarosa
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Tut lòn cha l'ha n'ancamin a l'ha na fin...
E così ricomincia da zero questa pagina di Blog, dopo 4 anni di riscritture e riensamenti su cosa e quanto pubblicare della nostra vita, dei nostri sogni, su questa finestra aperta.
Adesso farò una raccolta di testi e foto e memorie finite sulle news delsito, che vorrei sgravare un poco.
TACA! Leggi il resto del articolo......
Adesso farò una raccolta di testi e foto e memorie finite sulle news delsito, che vorrei sgravare un poco.
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domenica 10 agosto 2008
1C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo
1C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. 2Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: "Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui". 3Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio". 4Gli disse Nicodèmo: "Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?". 5Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito.
7Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito". 9Replicò Nicodèmo: "Come può accadere questo?". 10Gli rispose Gesù: "Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? 11In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna".
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7Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito". 9Replicò Nicodèmo: "Come può accadere questo?". 10Gli rispose Gesù: "Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? 11In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna".
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