Con molta gioia nel cuore, vo dò l'annucio di una nuova nascita del patrimonio culturale del mondo: una nascita che (purtroppo) ancora aspettiamo per la Regione Piemonte, e che invece, come sempre, la regione Campania ha anticipato, dimostrando interesse, amore e cura per la propria lingua.
Con molta gioia nel cuore, vo dò l'annucio di una nuova nascita del patrimonio culturale del mondo: una nascita che (purtroppo) ancora aspettiamo per la Regione Piemonte, e che invece, come sempre, la regione Campania ha anticipato, dimostrando interesse, amore e cura per la propria lingua.
Il napoletano è ufficialmente lingua
ella seduta del 14 ottobre 2008, il Consiglio regionale della
Campania ha approvato il disegno di legge d'iniziativa provinciale,
rubricato "Tutela e valorizzazione della lingua napoletana": il
napoletano è, dunque, ufficialmente lingua. Della presentazione del
d.d.l., il cui testo il Consiglio provinciale aveva licenziato nella
seduta del 22 marzo 2006, questa testata diede già notizia, nel numero
del 24 marzo successivo, e, del resto, non poteva mancare una
considerazione siffatta, per un'espressione idiomatica caratterizzata,
da un lato, da peculiarità grammaticali e sintattiche e, dall'altro,
da un proprio patrimonio letterario, che affonda le radici,
addirittura, nel secolo XV.
A supporto dell'esame del d.d.l. si sono svolti, nel frattempo,
convegni sui germanismi, sugl'ispanismi e sui francesismi nella lingua
napoletana, curati dal gruppo di studio che, coordinato dal
consigliere provinciale Luigi Rispoli e dal giornalista Umberto
Franzese, vede la partecipazione, insieme con chi scrive queste righe,
di personalità di spicco del panorama culturale napoletano, fra le
quali, Francesco d'Episcopo (nella foto), Renato de Falco, Carlo
Iandolo, don Matteo Coppola, Franco Lista, Ettore Capuano.
Al danno, dunque, arrecato al patrimonio linguistico dei napoletani
dalla repressione dei localismi, introdotta dall'Unità nazionale,
danno che non era riuscito a riparare il Parlamento, presso il quale
era naufragato il d.d.l. presentato dai parlamentari Sergio Cola e
Vincenzo M. Siniscalchi, ha dato, finalmente, rimedio la Regione
Campania. Resta da attendere, ora, la concreta attuazione della
disciplina dettata dal parlamentino regionale, sia attraverso la
redazione d'un regolamento d'esecuzione, sia attraverso la creazione
d'appositi organismi, ai quali dovrà essere demandata l'effettiva
tutela della lingua napoletana, da realizzarsi, secondo i principi
introdotti dal provvedimento normativo, lungo i due canali paralleli
della "codificazione" dell'espressione idiomatica e dell'"educazione
all'uso", sia parlato, che scritto, della stessa. Finalmente, «mo'
putimmo parlà'».
Sergio Zazzera il - Brigante
Il piemontese, lingua di stato, vecchia dal 1100 di una letteratura poesia e musica più antica e strutturate di ogn lingia regionale d'italia, soffre ancora l'abbandono dei responsabili della cultura. Pazienza, come sempre...sapremo aspettare...
sabato 22 novembre 2008
Impariamo dalla Campania: BRAVI!
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5 commenti:
Perche non:)
molto intiresno, grazie
Si, probabilmente lo e
quello che stavo cercando, grazie
good start
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