Tre modi di concepire l’evoluzione
C’è una massima invalsa particolarmente ai tempi della scolastica medievale, e che dice: bonum est diffusivum sui, il bene è per natura sua diffusivo di sé. I La tua capacità di creare: pagina 102
l bene, ciò che è buono, tende per natura a comunicarsi. Un bene tirchio non esiste. Se il bene sommo è il creare divino, allora la Divinità non solo crea delle creature, ma le crea con l’intento di renderle a loro volta creatrici. Un creatore che negasse alle sue creature la capacità di creare a loro volta, non sarebbe diffusivum sui. La Divinità, se è piena di bontà, vuol confe- rire alle creature il meglio di sé, cioè la capacità di creare.
Noi siamo inseriti in questo movimento dell’amore che tende per natura a diffondersi, siamo immersi in un dina- mismo del divenire che ci permette di trapassare sempre più realmente dall’essere creature all’essere anche noi creatori.
È questo un altro carattere fondamentale della svolta di ogni evoluzione: noi la viviamo ogni volta che dall’es- sere passivi e ricettivi, dal sentirci pure e semplici creature create da Dio, ci trasformiamo interiormente e diventiamo a nostra volta creatori, per lo meno in qualche ambito della vita. Ogni volta che creiamo qualcosa di nuovo di- ventiamo, se pur in minima misura, dei co-creatori nelle vicende del mondo.
In una prospettiva d’incessante evoluzione l’universo va compreso non come un casuale aggregarsi di materia, spuntata fuori da non si sa dove, ma come la manifestazione di una sapiente attività creatrice svolta da Esseri divini.Il rigido monoteismo afferma: esiste un solo creatore, Dio, e tutti gli altri esseri sono pure creature. A nessun altro essere viene data la possibilità di assurgere al livello di co-creatore, di avvicinarsi gradualmente alla Divinità.
Il vero senso della Trinità divina è invece proprio la partecipazione di sé, l’attualizzazione del bonum est dif- fusivum sui. È come in un organismo in cui i singoli membri siano a loro volta singoli Esseri spirituali capaci di creare a vari livelli.
Da" Angeli e Morti " di Piero Archiati, l'uomo che sento più vicino in questo momento, frapposto fra il mio povero somaro e il mondo dello Spirito.
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mercoledì 16 novembre 2011
mercoledì 19 ottobre 2011
Sciopero della fame per salvare le api
Marisa Valente e Renato Bologna sono allo stremo.
Avevano iniziato lo sciopero della fame il 4 luglio 2011, esattamente 3 mesi fa, restando con un camper sotto l’Assessorato all’Agricoltura, in Corso Stati Uniti, 21. Ieri l’altro, Renato è stato ricoverato d’urgenza in ospedale e le sue condizioni fisiche non gli permettono di andare avanti con il digiuno, se non a grave rischio per la sua sopravvivenza.
Marisa e Renato, del comitato Basta Veleni, rischiano di morire nell’indifferenza generale della politica, di una parte delle Associazioni dei coltivatori, dei consumatori, dei cittadini torinesi e piemontesi. Da anni lottano per il nostro futuro, per la salute di tutti, chiedendo la messa al bando di tutte le sostanze contenenti gli insetticidi neonicotinoidi.
L’utilizzo dei pesticidi e dei diserbanti in agricoltura è un’aberrazione quando si supera il fragile equilibrio tra benefici (cioè aumento della resa agricola a cosidetta “rivoluzione verde” e difesa dall’attacco degli insetti e delle fitopatologie) e costi, (consistenti nella loro spiccata nocività e tossicità per la salute animale e umana). Oggigiorno siamo ben oltre quell’equilibrio, ne è prova la sempre maggior desertificazione planetaria di cui esempio paradigmatico è la pianura padana, e la s empre maggior resistenza dei fitopatogeni ai pesticidi, per cui si stanno studiando nuovi sementi ogm, ovviamente sotto lucroso brevetto delle multinazionali.
Nello specifico della storia che stiamo raccontando, di cui avevamo già parlato: i famigerati “neonicotinoidi”, essendo sostanze sistemiche che agiscono su tutta la pianta, attaccano l’apparato neurovegetativo di tutti gli insetti con cui vengono in contatto, tra cui anche insetti utili come le api, portando alle morie di cui si sente parlare sempre più frequentemente.
Il loro utilizzo indiscriminato ha portato alla sparizione delle api in intere provincie cinesi, come nello Xi Cuan, dove la vastissima coltura delle pere viene mantenuta tramite l’impollinazione artificiale manuale da parte dei contadini, come potete vedere nel video.
Residui di sostanze neonicotinoidi, già riscontrate nei prodotti ad utilizzo farmaceutico come le larve e la pappa reale, sono state trovate anche nel miele e negli ortaggi e nella frutta trattata, il che significa che incidono sull’alimentazione e quindi sulla salute umana con effetti ancora da appurarsi. I prodotti autorizzati alla vendita contenenti neonicotinoidi sono una cinquantina, ma i più utilizzati, soprattutto nelle coltivazioni del mais e del girasole, sono quattro: clotianidina, imidaclopride, fipronil e thiametoxam. I due più utilizzati sono del colosso della Bayer, già sotto accusa in Germania.
Il Comitato “Basta Veleni” chiede che vengano messi al bando tali insetticidi non solo nella concia del mais, il cui divieto, rinnovato periodicamente, scadrà il 31 ottobre 2011, ma anche nell’utilizzo, molto diffuso in Piemonte, contro la flavescenza dorata della vite. E’ possibile farne a meno senza compromettere le colture secondo il parere dei tecnici che ci hanno relazionato in Commissione congiunta Ambiente-Sanità-Agricoltura, utilizzando sostanze naturale come ad esempio il “piretro”.
Per questo è di vitale importanza che non si parli solo di filiera corta (cioè pochi passaggi dal produttore al consumatore), di chilometri zero (cioè di prodotti nel raggio di qualche decina di chilometri), ma prima di tutto di coltivazioni naturali (cioè col minimo ricorso a sostanze di sintesi), non intensive, ed eventualmente con certificazione biologica, che può essere una garanzia in più anche se il modello di certificazione andrebbe forse rivisto.
Dopo il silenzio imbarazzante dell’Assessorato all’Agricoltura, la politica regionale crediamo debba prendersi carico di questa problematica da cui nessuno è immune, anche se comprendiamo che purtroppo è più “comodo” e forse “redditizio” ascoltare la campana delle multinazionali che detengono il mercato mondiale della chimica di sintesi come Bayer e Syngenta, entrambe finite sotto indagine da parte del Procuratore Guariniello, che ha contestato loro il reato di “Diffusione di malattie degli animali (o delle piante) pericolose per il patrimonio zootecnico e per l’economia nazionale”, punibile con una pena da 1 a 5 anni.
Da domani per continuare la protesta nonviolenta di Marisa e Renato verrà lanciata una staffetta dello sciopero della fame giornaliero, a cui prenderanno parte anche i consiglieri regionali del moVimento 5 stelle, per provare a far interessare la giunta regionale e i media. Invitiamo tutti quelli che in tutta Italia si vorranno unire, a comunicarlo a Marisa e Renato a fattoria@atlink.it e a noi staffgruppoconsiliare@piemonte5stelle.it.
Sabato 15 invece è stata indetta la giornata internazionale della lotta ai neonicotinoidi da parte degli apicoltori francesi, per cui speriamo si organizzi, dopo il successo della manifestazione nazionale contro la caccia (in cui eravamo presenti con lo striscione “To bee or not to bee”), anche quella per la salvaguardia delle api e per un cibo sano, che si terrà a Torino.
Invitiamo sin d’ora tutte i consumatori consapevoli, gli agricoltori naturali, le persone che difendono gli animali e l’ambiente. Tramite Marisa e Renato vi terremo informati.
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Avevano iniziato lo sciopero della fame il 4 luglio 2011, esattamente 3 mesi fa, restando con un camper sotto l’Assessorato all’Agricoltura, in Corso Stati Uniti, 21. Ieri l’altro, Renato è stato ricoverato d’urgenza in ospedale e le sue condizioni fisiche non gli permettono di andare avanti con il digiuno, se non a grave rischio per la sua sopravvivenza.
Marisa e Renato, del comitato Basta Veleni, rischiano di morire nell’indifferenza generale della politica, di una parte delle Associazioni dei coltivatori, dei consumatori, dei cittadini torinesi e piemontesi. Da anni lottano per il nostro futuro, per la salute di tutti, chiedendo la messa al bando di tutte le sostanze contenenti gli insetticidi neonicotinoidi.
L’utilizzo dei pesticidi e dei diserbanti in agricoltura è un’aberrazione quando si supera il fragile equilibrio tra benefici (cioè aumento della resa agricola a cosidetta “rivoluzione verde” e difesa dall’attacco degli insetti e delle fitopatologie) e costi, (consistenti nella loro spiccata nocività e tossicità per la salute animale e umana). Oggigiorno siamo ben oltre quell’equilibrio, ne è prova la sempre maggior desertificazione planetaria di cui esempio paradigmatico è la pianura padana, e la s empre maggior resistenza dei fitopatogeni ai pesticidi, per cui si stanno studiando nuovi sementi ogm, ovviamente sotto lucroso brevetto delle multinazionali.
Nello specifico della storia che stiamo raccontando, di cui avevamo già parlato: i famigerati “neonicotinoidi”, essendo sostanze sistemiche che agiscono su tutta la pianta, attaccano l’apparato neurovegetativo di tutti gli insetti con cui vengono in contatto, tra cui anche insetti utili come le api, portando alle morie di cui si sente parlare sempre più frequentemente.
Il loro utilizzo indiscriminato ha portato alla sparizione delle api in intere provincie cinesi, come nello Xi Cuan, dove la vastissima coltura delle pere viene mantenuta tramite l’impollinazione artificiale manuale da parte dei contadini, come potete vedere nel video.
Residui di sostanze neonicotinoidi, già riscontrate nei prodotti ad utilizzo farmaceutico come le larve e la pappa reale, sono state trovate anche nel miele e negli ortaggi e nella frutta trattata, il che significa che incidono sull’alimentazione e quindi sulla salute umana con effetti ancora da appurarsi. I prodotti autorizzati alla vendita contenenti neonicotinoidi sono una cinquantina, ma i più utilizzati, soprattutto nelle coltivazioni del mais e del girasole, sono quattro: clotianidina, imidaclopride, fipronil e thiametoxam. I due più utilizzati sono del colosso della Bayer, già sotto accusa in Germania.
Il Comitato “Basta Veleni” chiede che vengano messi al bando tali insetticidi non solo nella concia del mais, il cui divieto, rinnovato periodicamente, scadrà il 31 ottobre 2011, ma anche nell’utilizzo, molto diffuso in Piemonte, contro la flavescenza dorata della vite. E’ possibile farne a meno senza compromettere le colture secondo il parere dei tecnici che ci hanno relazionato in Commissione congiunta Ambiente-Sanità-Agricoltura, utilizzando sostanze naturale come ad esempio il “piretro”.
Per questo è di vitale importanza che non si parli solo di filiera corta (cioè pochi passaggi dal produttore al consumatore), di chilometri zero (cioè di prodotti nel raggio di qualche decina di chilometri), ma prima di tutto di coltivazioni naturali (cioè col minimo ricorso a sostanze di sintesi), non intensive, ed eventualmente con certificazione biologica, che può essere una garanzia in più anche se il modello di certificazione andrebbe forse rivisto.
Dopo il silenzio imbarazzante dell’Assessorato all’Agricoltura, la politica regionale crediamo debba prendersi carico di questa problematica da cui nessuno è immune, anche se comprendiamo che purtroppo è più “comodo” e forse “redditizio” ascoltare la campana delle multinazionali che detengono il mercato mondiale della chimica di sintesi come Bayer e Syngenta, entrambe finite sotto indagine da parte del Procuratore Guariniello, che ha contestato loro il reato di “Diffusione di malattie degli animali (o delle piante) pericolose per il patrimonio zootecnico e per l’economia nazionale”, punibile con una pena da 1 a 5 anni.
Da domani per continuare la protesta nonviolenta di Marisa e Renato verrà lanciata una staffetta dello sciopero della fame giornaliero, a cui prenderanno parte anche i consiglieri regionali del moVimento 5 stelle, per provare a far interessare la giunta regionale e i media. Invitiamo tutti quelli che in tutta Italia si vorranno unire, a comunicarlo a Marisa e Renato a fattoria@atlink.it e a noi staffgruppoconsiliare@piemonte5stelle.it.
Sabato 15 invece è stata indetta la giornata internazionale della lotta ai neonicotinoidi da parte degli apicoltori francesi, per cui speriamo si organizzi, dopo il successo della manifestazione nazionale contro la caccia (in cui eravamo presenti con lo striscione “To bee or not to bee”), anche quella per la salvaguardia delle api e per un cibo sano, che si terrà a Torino.
Invitiamo sin d’ora tutte i consumatori consapevoli, gli agricoltori naturali, le persone che difendono gli animali e l’ambiente. Tramite Marisa e Renato vi terremo informati.
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martedì 4 ottobre 2011
La cucina.
Cucinare.
Una sorta di magia. Saper cucinare un pranzo completo, vuol dire saper confondere tanti elementi, alcuni dei quali da soli sarebbero addirittura immangiabili, col risultato di restituire un progetto, un' opera d'arte. Attraverso questo pranzo, la preparatrice offre un insieme alchemico di mondo vegetale, minerale, animale, il tutto arrotondato e armonizzato dall'amore suo che viene trasmesso a quello che diventerà "cibo" per la persona che lo riceverà in dono.
La quantità di amore che questa preparatrice, spesso inconsciamente, saprà "passare" agli elementi e ai cibi stessi, diverrà nutrimento sotto forza di "sostanza". Se ben accompagnato da chi lo saprà servire con cura, da un vino che sia in grado di trasmettere a chi lo beve tutta la sua stòria, le sue 365 giornate trascorse su una splendida collina, senza prodotti chimici appestanti, un pane che contenga ancora il fuoco del suo sole di luglio, della legna che si é sacrificata per cuocerlo, e un tavolo, quattro mura che stiano anche loro raccontando nella pace la loro stòria, ecco che si compie il miracolo.
Fruendo di questo cibo noi viaggiatori ci arricchiamo, si forse addirittura rubiamo pace e amore, quello che noi andiamo cercando.
Ed in questo scambio di forze sottili che intercorrono fra persone, esseri e cose, in questo ambiente così magico che é un'osteria di campagna, la preparatrice dei piatti, che tanto ha ceduto di sua forza a questo "cibo" che se ne va via via tutto dalla sue mani, come un bambino cresciuto e salutato per il mondo, riceve, attraverso i muri (che collaborano, ecco la loro funzione), attraverso i sorrisi e i grazie, la sua parte di amore gratuito che dalla sala si espande come una luce, a irradiare di riflesso tutto quanto intorno.
Così lontano per un attimo dal mondo rumoroso idiota e sterile, le risate di gioia, il buonumore silenzioso e sostanzioso, l'apprezzamento sincero che gli ospiti emanano con sincerità dal profondo del loro io, si trasformano diventando nutrimento, VERA sostanza, tale quale a quella che era uscita nei piatti.
E la alchimista dei fornelli, nel tornare a casa, stanca, con cuore gonfio dei brava e dei grazie che spesso lei non ha neppure sentito, torna a casa dalla sua figlia, dal suo uomo, sempre più ricca, sempre più grande, e sempre più capace di fare piccoli miracoli quotidiani che, chissà come mai, le riescono sempre meglio. E tutti coloro che ruotano antorno a questo "cibo", questa danza roteante di piatti, calici, vasi stoffe vetri ceramiche acqua che entrano ed escono continuamente dalla scena, animata dalla musica, tutti coloro che "con-corrono " al miracolo si arricchiscono.
Di questo cibo noi abbiamo vissuto in tutti questi anni; nessun denaro avrebbe potuto comperare pagare o vendere tutto quanto noi, in questi lunedì mattina portiamo nel nostro fardello, ben stretto.
E' un segreto che rimane fra noi e tutti gli amici che jeri sera erano qui con noi, a gioire di tutto l'amore che ci siamo dati in questo stupendo pezzo di vita.
Grazie a tutti quanti credono da sempre ai sogni.
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Una sorta di magia. Saper cucinare un pranzo completo, vuol dire saper confondere tanti elementi, alcuni dei quali da soli sarebbero addirittura immangiabili, col risultato di restituire un progetto, un' opera d'arte. Attraverso questo pranzo, la preparatrice offre un insieme alchemico di mondo vegetale, minerale, animale, il tutto arrotondato e armonizzato dall'amore suo che viene trasmesso a quello che diventerà "cibo" per la persona che lo riceverà in dono.
La quantità di amore che questa preparatrice, spesso inconsciamente, saprà "passare" agli elementi e ai cibi stessi, diverrà nutrimento sotto forza di "sostanza". Se ben accompagnato da chi lo saprà servire con cura, da un vino che sia in grado di trasmettere a chi lo beve tutta la sua stòria, le sue 365 giornate trascorse su una splendida collina, senza prodotti chimici appestanti, un pane che contenga ancora il fuoco del suo sole di luglio, della legna che si é sacrificata per cuocerlo, e un tavolo, quattro mura che stiano anche loro raccontando nella pace la loro stòria, ecco che si compie il miracolo.
Fruendo di questo cibo noi viaggiatori ci arricchiamo, si forse addirittura rubiamo pace e amore, quello che noi andiamo cercando.
Ed in questo scambio di forze sottili che intercorrono fra persone, esseri e cose, in questo ambiente così magico che é un'osteria di campagna, la preparatrice dei piatti, che tanto ha ceduto di sua forza a questo "cibo" che se ne va via via tutto dalla sue mani, come un bambino cresciuto e salutato per il mondo, riceve, attraverso i muri (che collaborano, ecco la loro funzione), attraverso i sorrisi e i grazie, la sua parte di amore gratuito che dalla sala si espande come una luce, a irradiare di riflesso tutto quanto intorno.
Così lontano per un attimo dal mondo rumoroso idiota e sterile, le risate di gioia, il buonumore silenzioso e sostanzioso, l'apprezzamento sincero che gli ospiti emanano con sincerità dal profondo del loro io, si trasformano diventando nutrimento, VERA sostanza, tale quale a quella che era uscita nei piatti.
E la alchimista dei fornelli, nel tornare a casa, stanca, con cuore gonfio dei brava e dei grazie che spesso lei non ha neppure sentito, torna a casa dalla sua figlia, dal suo uomo, sempre più ricca, sempre più grande, e sempre più capace di fare piccoli miracoli quotidiani che, chissà come mai, le riescono sempre meglio. E tutti coloro che ruotano antorno a questo "cibo", questa danza roteante di piatti, calici, vasi stoffe vetri ceramiche acqua che entrano ed escono continuamente dalla scena, animata dalla musica, tutti coloro che "con-corrono " al miracolo si arricchiscono.
Di questo cibo noi abbiamo vissuto in tutti questi anni; nessun denaro avrebbe potuto comperare pagare o vendere tutto quanto noi, in questi lunedì mattina portiamo nel nostro fardello, ben stretto.
E' un segreto che rimane fra noi e tutti gli amici che jeri sera erano qui con noi, a gioire di tutto l'amore che ci siamo dati in questo stupendo pezzo di vita.
Grazie a tutti quanti credono da sempre ai sogni.
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venerdì 30 settembre 2011
mercoledì 28 settembre 2011
che cos' é l'Italia ?
A volte mi viene chiesto che cosa io pensi dell'Italia, supponendo che io non abbia mai nutrito alcun sentimento verso questa organizzazione politica. Si sbagliano, i miei figli compresi, se pensano che io non senta alcun legame con lo Stato che mi ha fornito l'istruzione primaria, e per il quale ho servito l'esercito nazionale. Un sentimento ce l'ho, ed é riassumibile in una sola frase: provo un profondo sentimento di non-appartenenza a questo non-stato. Con tutto il cuore.
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Il pianeta terra é stato creato con tutte le sue isole, penisole, montagne laghi e mari, ed é in continua evoluzione. Su questa terra ci sono vari paesi, con la p minuscola, ognuno con delle caratteristiche proprie particolari, ma tutti legati al fondo alla palla ciccia che li contiene. Cina e le Langhe sono fretelli sulla terra, anche se molto diversi fra di loro. Viaggiando si impara a conoscere questi paesi.
Alba, il Roero, Le Lanche appartengono al suolo italico: ne respirano l'aria, fresca delle montagne, secca dello scirocco che arriva dal mare, e sfiora le colline del todocch e di Murazzano, noiosa e umida del lungotanaro d'estate, fredda luminosa e pungente dei mattini di febrraio quando si va a potare nelle vigne. Questo é il suolo italico che noi ora stiamo calpestando, e questa potrebbe essere l'italicità (cioé il comune denominatore) che potrebbe legare la terra di Piemonte a poche altre vicine e simili ad essa, condividenti un simile destino.
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Il pianeta terra é stato creato con tutte le sue isole, penisole, montagne laghi e mari, ed é in continua evoluzione. Su questa terra ci sono vari paesi, con la p minuscola, ognuno con delle caratteristiche proprie particolari, ma tutti legati al fondo alla palla ciccia che li contiene. Cina e le Langhe sono fretelli sulla terra, anche se molto diversi fra di loro. Viaggiando si impara a conoscere questi paesi.
Alba, il Roero, Le Lanche appartengono al suolo italico: ne respirano l'aria, fresca delle montagne, secca dello scirocco che arriva dal mare, e sfiora le colline del todocch e di Murazzano, noiosa e umida del lungotanaro d'estate, fredda luminosa e pungente dei mattini di febrraio quando si va a potare nelle vigne. Questo é il suolo italico che noi ora stiamo calpestando, e questa potrebbe essere l'italicità (cioé il comune denominatore) che potrebbe legare la terra di Piemonte a poche altre vicine e simili ad essa, condividenti un simile destino.
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mercoledì 7 settembre 2011
La terra non é nostra
La terra non é nostra; la terra é un entità ben precisa, spirituale quanto lo siamo noi. Ha una storia che inizia con la nostra, e finirà insieme a noi, quando tutto rientrerà nell' Uno.
La proprietà privata: da qualche decennio ormai cerco un significato al termine "proprietà privata", sopratutto quando questa si riferisce alla parte superficiale della crosta di questa gigantesca palla viva e rotante che io chiamo sorella Terra.
I primi dubbi li ebbi quando nella foresta tropicale dovi vissi oramai tanti anni fa, e dove ho lasciato molti amici. Il Governo Centrale, tentava di Vendere ai Privati le terre dello Stato, che per loro erano Proprietà Demaniale, mentre che per la gente dei villaggi era terra sacra, al massimo di proprietà della gente del villaggio, o dei re locali.....
Poi vennero i giorni in cui partorii la prima vera massima:
Proprietà Privata della terra: "quando comperi un pezzo di terra dal notaio, vai li e firmi il tuo impegno a occuparti della terra". già una bella definizione, però non teneva conto che la società degli uomini non ha potere sulla terra, perché la società non chiede il permesso alla terra di essere venduta. tuttalpiù la vende, sì, senza averne il consenso. Vendita illecita di bene senza il consenso del bene stesso.
Successivamente giunsi a: " quando comperi un pezzo di terra, firmi il matrimonio con una parte della superficie della terra....."; anche questa non andava; mi resi conto che alla fine la terra non c'entra in questa storia!
La terra non c'entra nulla nelle nostre menata di comperare e vendere dal notaio, di faare le mappe catastali, di mettere paletti e fili di ferro; lei e li, grossa e ciccia, che gira e si fa la sua storia, evolve quanto noi, e ci guarda, microbi su un tendone da circo, che crediamo di esserne i padroni; ecco che cos'é: la terra non c'entra.
Sono giunto stassera all'ultima (per ora) definizione: intanto devo premettere che io non penso, ormai da tempo, che la terra che compreremo sia nostra...
" Quando comperi dal notaio un pezzo di terra, ti comperi un 'idea: che gli altri pensino che questo pezzo di terra sia tuo." Niente di più. La sfera cicciona rotante nel Cosmo non c'entra; é una faccenda fra uomini.
con questo spirito venerdì pomeriggio spenderemo l'ennesima cifra di denaro falso insignificante e inesistente che non abbiamo, per assicurarci che da sabato tutti pensino che questa nuova terra sia nostra. viva la campagna!
quanta follìa nei nostri gesti!
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La proprietà privata: da qualche decennio ormai cerco un significato al termine "proprietà privata", sopratutto quando questa si riferisce alla parte superficiale della crosta di questa gigantesca palla viva e rotante che io chiamo sorella Terra.
I primi dubbi li ebbi quando nella foresta tropicale dovi vissi oramai tanti anni fa, e dove ho lasciato molti amici. Il Governo Centrale, tentava di Vendere ai Privati le terre dello Stato, che per loro erano Proprietà Demaniale, mentre che per la gente dei villaggi era terra sacra, al massimo di proprietà della gente del villaggio, o dei re locali.....
Poi vennero i giorni in cui partorii la prima vera massima:
Proprietà Privata della terra: "quando comperi un pezzo di terra dal notaio, vai li e firmi il tuo impegno a occuparti della terra". già una bella definizione, però non teneva conto che la società degli uomini non ha potere sulla terra, perché la società non chiede il permesso alla terra di essere venduta. tuttalpiù la vende, sì, senza averne il consenso. Vendita illecita di bene senza il consenso del bene stesso.
Successivamente giunsi a: " quando comperi un pezzo di terra, firmi il matrimonio con una parte della superficie della terra....."; anche questa non andava; mi resi conto che alla fine la terra non c'entra in questa storia!
La terra non c'entra nulla nelle nostre menata di comperare e vendere dal notaio, di faare le mappe catastali, di mettere paletti e fili di ferro; lei e li, grossa e ciccia, che gira e si fa la sua storia, evolve quanto noi, e ci guarda, microbi su un tendone da circo, che crediamo di esserne i padroni; ecco che cos'é: la terra non c'entra.
Sono giunto stassera all'ultima (per ora) definizione: intanto devo premettere che io non penso, ormai da tempo, che la terra che compreremo sia nostra...
" Quando comperi dal notaio un pezzo di terra, ti comperi un 'idea: che gli altri pensino che questo pezzo di terra sia tuo." Niente di più. La sfera cicciona rotante nel Cosmo non c'entra; é una faccenda fra uomini.
con questo spirito venerdì pomeriggio spenderemo l'ennesima cifra di denaro falso insignificante e inesistente che non abbiamo, per assicurarci che da sabato tutti pensino che questa nuova terra sia nostra. viva la campagna!
quanta follìa nei nostri gesti!
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domenica 21 agosto 2011
La grana del grano
Come che as peul capì, an costi dontré agn, l'oma dà man a travajé ansima al gran, për sërché 'd capì còs che nojautri podima fé (ant ël nòstr cit, as capiss), ansema a costa coltivassion.
Ël gran, (as dis) a l'é un-a dle prime coltivassion che l'òm a l'ha podù ancaminé, fin-a dai tèmp ëd Zaratustra, che a l'ha tacà a elaboré 'l gramon për rivé a un prim gran. Quandi che voghoma un "pero-pero" arlongh a la vìa, podima an-maginesse còs ch'a l'era 'l gran aij tèmp andré.
Pero-pero a l'é lì, longh a un fossà, a la sima dla piassa, contra na muraja andoa che tuti a van a pissé, ma al'é fòrsi la ciav dla solussion dla nutrission dl'umanità.
Sè, pròpi chièl.
DAL PERO-PERO al OGM
Ant ël secol passà, l'òm a l'ha sërcà 'd possé la coltivassion dël gran an manera d'ardobié (ò pi tant ancora) la produssion ëd quintaj për giornà; për fé sòn, a l'ha dovrà tut lòn cha a-i era a soa disposission; sicome che le modificassion OGM a-i ero ancora nen possibij a l'inissi dël Neuvsent, chèich studios dël pento a l'han dovrà ij ragg Gamma për ambalordì le smens dle granaje, an manera che prima ò dòp ua dle tante a portèisa a dj'arzultà positiv an quantità 'd produssion. Soma passà dai 7-8 quintaj për giornà, aij 35-50 d'adess. L'òm, sempre pì avid, a l'ha vorsù che 'l gran a rivèisa a fé dobi, triplo quintaj ëd lon che a l'ha fait për quatr mila agn; coste pòvre piante 'd gran, modificà për avidità da l'òm, a son ant la stessa condission dle vache bianche e nèire olandèise, che se i-i doma la larga ant la natura, a l'han nen la possibilità d'arzisté pi che mesa giornà, përché a son stà completament modificà e dëscolegà da la Creassion. Povre bes-ce, pòvre piante...
ADESS AN CAMPAGNA
Còs che podima a dovima fé anlora? Prima che tut dovoma pianté li ëd deje la colpa a j'american, bele che lo savoma tuti che a son lor che al'han frojà ant la genetica pi che tuti j'autri; la responsabilità a l'é ëd tuta l'umanità, soma tuti andrinta a la stessa manera.
Seconda ròba: pensoma nèn che "torné andré" a sìa la paròla magica: torné andré as peul nèn, ël temp passà a l'esist pì nèn.
Per taché, l'oma sërcà dle varietà ëd gran che a fusso nèn sta tant pastissà, e l'oma provà a piantèje, a nòstra manera, andrinta a dij camp che (fin-a lor) a fusso nèn stà pastissà.
Laorà pòch ancreus, sensa concim chimich da 10 agn, sensa diserbant, piantand dle varietà 'd gran nèn modificà, nen medicà, nen disinfetà, nen concimà....e via fòrt.
Arzultà: ël gran a ven sù, ecome che a ven!
/-8 quintaj për giornà, nèn ëd pì. E anlora, car amis, sërché 'd capì da soj come ch'a l'ha fà l'umanità a vive con na produssion parèj ëd gran, e quale che a son le relassion antrames a costi fator:
avidità dl'òm, aument dla produssion dël gran, decuplicassion (ò pi tant ancora) dla produssion ëd carn an 60 agn, conseguènt aument dël consum ëd carn an 60 agn, aument dle malatìe cardiovascolar, creassion dl'obesità (malatìa inesistenta ant ël secol precedent). soma rivà , ant ël 2010, che le besc-e a mangio quasi tuta la produssion dle granaje dla pianura padan-a, e l'òm a deuv amporté 'l gran da fé 'l pan.... Dësmentioma nèn ancora: modificassion dla panificassion, che l'oma fait passé come progress, fasand mangé a l'òm mach la part bianca dla farin-a (che l'òma al'avìa mai mangià da sola prima, da quatr mila agn), pan mòl che a ven dùr e a la sèira it peule tirelo ancontra a na muraja, eliminassion dël lievit natural (pasta mare), e inclusion obligatòira d¨l lievit ëd bira, rapid, lèst, a bonpàt, che a fa na bela mica lustra e tendra....
Strutt, euli 'd palma, agenti lievitanti, regolatori di lievitazione, stabilizzatori di stabilizzazione di lievitazione di agenti lievitazionali di integrazione integrante (prové a fé un sangoiss con dontré cuciarà 'd coste ròbe sì, e deje da mangé a col che a l'ha anventaje, për voghe ëd che tinta che a ven soa faciassa quandi che a l'ha traondà costa mësciassa 'd pan e tòssich...).
A mé paìs a-i era un proverbi che a disìa: "pan mòl, l'é bon a rende"....
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Adessa l'é 'l moment dl'amson, e tiroma j'arzultà 'd costa cita campagna 2011; ëd sicur 'l progett "pero-pero" a l'é anviarà e a tornerà pà andré, gnanca d'un pass.
sercheroma 'd pianté pi tante giornà 'd costi gran nen pastissà, prima 'd tut për mangeje nojautri e nostre masnà, e condivide la strà con che che a l'avrà veuja dë sparte le fatighe con nojautri, sensa fé reclam, sensa fé spatuss, sensa pì nen brajé al mond che tut a l'é da cambié; oramai a l'é tròp tard, l'oma passà la frontiera dla cognission e dël bondeuit; l'unica a l'é d'andé anans, con la cossiènsa che lo foma për nojautri e për coj pòchi che a voran fé la strà che a monta.... ansoema a noj.
Coste a son mach dontré righe ansima al gran, an realtà; la stòira a l'é un pòch pi longa, ma la seguiteroma pì anans. L'unica ròba ch'i peuss gionté, prima 'd saré, a l'é che dòp ëd 20 agn d'arserche, i peuss dì che son rivà al canton, a la sima, a capì da andoa che ad dësluppa 'l vindol, e son tut content ëd dive che adesso lo ciaperòma, pianin pianòt, për sò vers, e che se Nosgnor am përmëttrà 'd felo, lo dësvindoleroma torna, fasanda calé la mnis e le rumente che a so ciapà antrames al le file, e torné gropè la liassa che a ten colegà l'Om, ansema a soa Origin, e soa strà d'Artorn a la Destinassion.
Ant ël mentré, mé car amis, gnun-e pao, che an riverà gnente; a basterà mach ten-e la bara dël timon drita an man, sensa molé, ma sensa afanèse, e sensa pao.
Për costa ocasion, am piasirìa lasseve costa invocassion che mé grand Amis Rudolf, Rudolf Steiner:
Preghiera për l’epoca ëd Michél.
Dovoma dësrèisé dant l'anima
la pao e la tëmma ëd lòn che l'avnì a peul porté a l'òm.
Podima gionté 'l bonimor
an tuti ij nòstri sentimènt e sensassion, rispèt a l'avnì.
Podima vardé anans bonben
sensa sagrin anvers tut lòn che a peul rivé.
E podima pensé che tut lòn che a vnirà
a sarà mandà a noi da na mira dël mond pin-a 'd sapiènsa.
Sonssì a l'é part ëd lon che podima amprende an cost'epoca:
savej vive pien 'd fiducia sensa gnun-e sicurësse ant l'esistènsa,
fiducia ant l'agiut sempre present dël mond spiritual.
A dila giusta, gnente a l'avrà valor se an mancherà 'l corage.
Rudolf Steiner
Salut a tuti j'amis.
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lunedì 18 luglio 2011
Roumiage de Coumboscuro
Un anno dopo, mi ritrovo a godere di un video di un bounuomo di un nostro conoscente amatore , che ha riportato nella memoria digitale elettro-immaginativa uno sprazzo di una bella serata fra amici. Commosso di quanto si possa regalare ad un povero musicant con questi moderni strumenti di ripresa, risordando quella calda serata d'estate montana, vi ringrazio tutti e semplicemente...vi amo!
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SceafaTheud
martedì 28 giugno 2011
SOLIDARIETA'
Nonostante io non abbia mai amato la parola sindacati, Nonstante gli ideali di partito , gli scudi crociati, le falci e i martelli, mi abbiano lasciato sempre così freddo e disgustato,
nonstante per molti anni io abbia pensato che un treno sia megli di un aereo o di uun'automobile che fa fumo,
eccomi a condividere questo video che segue, per una splendida e sola parola: AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI.
ci siamo fatti la campagna dei referendum e adesso dobbiamo dare la possibilità ai Valsusini di avere il loro REFERENDuM su sta ca..o di TAV, senza mettere il nostro becco nella faccenda.
La faccenda é loro, é nelle loro mani; gli abitatori della valle sono loro.
FASSINO; MARONI; tutti quanti, che volete dalla Valsusa?
VIVA L'AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI; PIEMONT AUTONOMIA.
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nonstante per molti anni io abbia pensato che un treno sia megli di un aereo o di uun'automobile che fa fumo,
eccomi a condividere questo video che segue, per una splendida e sola parola: AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI.
ci siamo fatti la campagna dei referendum e adesso dobbiamo dare la possibilità ai Valsusini di avere il loro REFERENDuM su sta ca..o di TAV, senza mettere il nostro becco nella faccenda.
La faccenda é loro, é nelle loro mani; gli abitatori della valle sono loro.
FASSINO; MARONI; tutti quanti, che volete dalla Valsusa?
VIVA L'AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI; PIEMONT AUTONOMIA.
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mercoledì 9 febbraio 2011
Il prodotto interno lordo
Durante un felicissimo soggiorno familiare in campre presso Monterosso nella spendida regione delle cinque terre, fotografai una interessante locandina ve la propongo così come l'ho trovata, con una fotografia.
saluti
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