sabato 22 dicembre 2012

L'epoca del Nuovo Mondo.

Che cos'é l'Epoca della Reggenza di Michele? Allego un piccolo grafico esplicativo. In parole povere, si tratta di un ciclo della vita dell'umanità sulla terra; questi cicli sono regolati dalla Reggenza di un particolare Arcangelo. La reggenza di Michele avrebbe dovuto iniziare la sua influenza intorno al 1879. Da lì l'inizio di un nuovo ciclo di evoluzione dell'umanità; nulla di "meglio " o "peggio"; semplicemente "diverso". Ad ogni ciclo e ad ogni reggenza spetta un particolare compito per l'umanità tutta.  

L'Arcangelo reggente ci da un'indicazione generale del percorso: sta a l'uomo farla sua e viverci al meglio.
Che cosa vuol rappresentare questo nostro grafico:  A sinistra siamo nei secoli precedenti al 1900, dove predominava l'Epoca di Gabriele. Poi verso il 1870 l'inizio della reggenza di Michele. Per tutto il periodo di "co-reggenza", l'umanità sarà sollecitata dai due impulsi in modo diverso.
Da sempre, al sorgere di ogni "epoca", i primi a esserne sollecitati sono gli artisti e spesso i cosiddetti "avanguardisti", che altrettanto frequentemente nella storia hanno "pagato" per essere i primi a aver percepito il segnale del cambiamento.
Così é stato nel secolo scorso, per coloro che hanno voluto "vivere" il cambiamento che essi avevano percepito.
Ma da adesso, da questo simbolico "21 Dicembre 2012",( la data-simbolo materiale e temporale dell'incrocio delle due epoche), il cambiamento é possibile. Mi rifaccio anche al mio articolo del mese precedente sulla "era di Michele" e sul "fare".







Sempre in parole povere, l'umanità ha spinto la sua ricerca nel "sottosuolo", petrolio, atomo, etc , e nell'infinitamente piccolo del mondo FISICO, creando uno scompenso, un vuoto nel quale si sono infiltrati i nostri allenatori, le cosiddette "forze dell'Ostacolo" che ci stanno aiutando a finire sempre più giù verso la materia.
L'uomo ha probabilmente da compiere un percorso di "spiritualizzazione" delle scienze, della vita di tutti i giorni, e del lavoro che esso compie sulla terra, per controbilanciare le forze buie e sotterranee che sta usando per sopravvivere.
L'Arcangelo reggente ci da un'indicazione generale del percorso: sta a l'uomo farla sua e viverci al meglio.

 Ecco che a partire da questo periodo, quello che stiamo vivendo ADESSO, l'umanità si dividerà a in due ; quelli che sapranno cambiare percorso e vivere sull'onda del mondo che verrà, e quelli che rimarranno aggrappati alle loro certezze, alla cosiddetta "ringhiera del Titanic".
Quel che é certo per noi e che a partire da questi anni, e in particolare da Adesso, le cose fatte con il cuore iniziano a funzionare, e anche bene. Per cui sta a ognuno di noi di scegliersi la strada: il grafico parla chiaro.
Dimenticavo di aggiungere che l'Epoca di Michele é anche l'epoca della Giustizia, essendo egli il "volto del Cristo" e avendo egli in mano la spada, forgiata di ferro sidereo, caldo, fuso, che sarà probabilmente dispensata in modi e tempi a noi non noti, ma certi.
Seguendo queste indicazioni, e quele del precedente blog sulla "epoca di Michele", ecco ben chiare indicazioni per studenti, pensionati, commercianti e imprenditori che si chiedono quale sarà il loro destino nel nuovo mondo:
fai quello che senti, quel che ti piace, quello che avresti sempre voluto fare: Credici con tutte le tue forze; se non sei sicuro di crederci fino in fondo, aspetta ancora un pò, tanto non c'é fretta.
Ad ogni "bivo" ci saranno sempre 5 buste da scegliere, dalle quali dipenderà la tua vita terrena e la tua felicità. e inforcata una di queste, ce ne saranno tante altre pronte per te, piene di sorprese, e di amore di coloro che ti stanno da sempre seguendo nel tuo percorso. Non disperare, ma soprattutto non credere mai a nessuno. Se non sei convinto lascia perdere: avrai modo di accorgerti qual'é la tua strada, se saprai leggere nelle cose di tutti i giorni. Nelle cose che transiteranno nel TUO mondo ci sono già le possibilità di cambiamento; per ognuno di noi é pronta la strada del nuovo mondo, perché siamo oramai nell'epoca della Giustiza, e Giustizia é per TUTTI. E non per tutti.
impara a misurare le cose che ti succedono con un metro diverso da quello del Titanic, perché il Titanic si sta inabissando: le regole del nuovo mondo non ci sono ancora ben note, o scritte, ma sono tutte percepibili per il recercatore che si metta in cammino. Basta cercare. bussate e vi sarà aperto, cercate e troverete. vi rimando al post precedente. Tanti auguri di un Nuovo mondo e di un felice Natale.


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Segue un testo captato dallo scrittore  Gabriele Burrini, che vi invitiamo a leggere. 
 Nell’ultimo secolo l’umanità ha vissuto due guerre mondiali e tanti altri conflitti dovuti allo scontro fra i nazionalismi; sono crollati i grandi imperi, sono scoppiate rivoluzioni, sono avvenuti terribili olocausti etnici (ebrei, curdi, armeni…), vaste persecuzioni antireligiose. Dopo questi grandi eventi, l’umanità oggi vive altri orribili fenomeni come la rinascita del terrorismo, la paura di una nuova guerra nel Vicino Oriente, le grandi epidemie africane come il virus Ebola e l’Aids, tragedie come le morti sulle strade nel fine settimana. Per comprendere i gravi eventi del suo tempo conseguenti alla prima guerra mondiale, Rudolf Steiner, il fondatore dell’antroposofia, suggerì una particolare prospettiva storica. Si rifece alle visioni di Johannes Trithemius (1462-1513), abate benedettino dotato di spirito profetico. Tritemio, come di solito egli viene chiamato, scrisse molte opere, tra cui una breve opera di angelologia, pubblicata nel 1515, Il trattato delle cause seconde (Milano 1974), nel quale per «cause seconde» si intendono gli angeli, subordinati alla Causa prima che è Dio. In quest’opera Tritemio rivelò che la storia è ciclica in quanto formata dal continuo ripetersi di sette epoche, ciascuna retta da un arcangelo per una durata di 354 anni. Secondo i calcoli dell’abate, la cosiddetta «epoca assiale» della filosofia, che va dal 550 al 200 a. C. fu retta dall’arcangelo del Sole, Michele, poi si succedettero Orifiele (Saturno, 200 a.C.- 150 d.C.), Anaele (150-500, Venere ), Zacariele (500-850, Giove), Raffaele (850-1190, Mercurio), Samaele (1190-1510, Marte), Gabriele (1510-1879, Luna), quindi ancora Michele, la cui reggenza durerà dal 1879 al 2300 circa. L’intero ciclo del settenario arcangelico equivale pertanto a 2480 anni e 6 mesi, che vengono così a formare la «settimana cosmica».A chiusura del volumetto Tritemio scriveva che «ci sono persone che suppongono che questi periodi corrispondano ai mesi lunari». Difatti dodici mesi lunari equivalgono a 354 giorni. Ma poiché, perché secondo la tradizione ebraica, «si computa ogni giorno per un anno» (Ez 4,6), 354 giorni lunari diventano 354 anni arcangelici. Ciascuna di queste sette epoche ha specifiche caratteristiche, perché ogni arcangelo ha una ben definita missione verso la Terra e verso l’evoluzione dell’umanità.Ma qual è in particolare la missione dell’arcangelo Michele? Questa entità celeste ha da sempre sostenuto l’uomo, aiutandolo a sviluppare l’intelligenza, a vincere con la forza del pensare il sopravvento del male. Venuto il tempo della sua reggenza, nel 1879, l’arcangelo ha abbandonato le lontananze spirituali per aiutare più da vicino l’uomo a contrastare l’egoismo materialistico: egli desta continuamente nell’uomo il pensiero cosciente, facendo di esso la nuova via di comunione con il cosmo, il sentiero per conciliare scienza e fede.L’esordio dell’epoca di Michele nel 1879 fu chiaramente accompagnato da sintomatici eventi, che sono risultati premonitori del futuro corso della storia occidentale.Autunno 1879. Che cosa avvenne nel 1879, precisamente nell’autunno del 1879, secondo Rudolf Steiner? Ci fu una svolta dei tempi, la cui causa vien fatta risalire a un evento metastorico che degli eventi terrestri è solo un «prologo in cielo». Nell’autunno di quell’anno – dice Steiner – ebbe fine nei mondi spirituali la lotta quasi quarantennale dell’arcangelo Michele e delle sue coorti contro lepotenze di Ahrimane, lo spirito della Materia, del Male e della Menzogna, colui che ha per ideali «numero, peso, misura» (Daniele, cap. 5). Sconfitte nei cieli, le potenze ahrimaniche vennero precipitate sulla Terra. Per quale scopo? Perché – suggerisce Steiner (3/11/1917, «Dietro le quinte degli eventi esteriori») – «quelle entità volevano impedire che discendesse nelle anime umane la saggezza spirituale destinata agli uomini del XX secolo: esse volevano trattenerla nei mondi spirituali e non lasciarla penetrare nelle anime umane»: queste entità fungevano insomma da forze conservatrici, retrograde, contrarie alla necessaria evoluzione. Da Ostacolatori nei cieli divennero così Ostacolatori in terra. Toccò, da allora, alla coscienza umana essere tentata sempre più da Ahrimane, dagli impulsi dell’egoismo materialistico, dell’ambizione personale, dello spirito critico. Dal 1879 Ahrimane tenta di impadronirsi del pensiero dell’uomo, per farne la sua roccaforte e ridurre tutta la vita spirituale, tutta la ricchezza della coscienza a esclusiva vita intellettuale, a semplice razionalità. «Dal 1879», dice Rudolf Steiner nella Caduta degli spiriti delle tenebre, «la cittadella delle potenze ahrimaniche, il loro campo d’azione è il pensiero, la sensibilità, gli impulsi volitivi degli uomini». In seguito a questo evento metastorico si verificarono una serie di sintomi molto significativi sul piano della storia umana.In politica esordisce il terrorismo nichilista. Intorno al 1879 ruotano singolari avvenimenti, carichi di destino: il 26 agosto 1879 la Narodnaja Volja, un gruppo populista russo, che aveva scelto il terrorismo come metodo di lotta, annunciava la condanna a morte dello zar Alessandro II, che sarà poi ucciso il 13 marzo 1881. Ecco come sorse il terrorismo all’alba dell’epoca di Michele.In Russia scoppia nel 1881 l’antisemitismo e vengono compiuti orribili pogròm, con la conseguenza che tra il 1881 e il 1914 dal Territorio compreso fra Russia e Polonia fuggirono oltre 2 milioni di ebrei, i quali emigrarono per lo più negli Stati Uniti. L’abate Tritemio lo aveva previsto: «[Nel terzo settenario Gabriele regnerà dal 1525 al] 1879 della Natività del Signore. La libertà non sarà resa agli Ebrei che sotto il terzo periodo del Genio Michele, l’ottavo mese dell’anno 1880 dell’era cristiana». Ecco come il «problema ebraico» sorse all’inizio dell’epoca di Michele.  Nel campo della scienza esordisce la ricerca del male nel profondo dell’uomo e nell’ultrapiccolo della natura: nel 1879 lo psicologo Wilhelm Wundt apre il primo laboratorio internazionale di psicologia sperimentale, proprio mentre il batteriologo Louis Pasteur scopre lo streptococco e Robert Koch sperimenta i metodi di coltura per i batteri.L’arte, si sa, anticipa molto spesso il corso dei tempi. Così, già alcuni decenni prima del ’79 alcuni scrittori avevano presentito gl’impulsi negativi che avrebbero investito l’anima umana. Fëdor Dostoevskij li aveva visti come il «doppio» dell’uomo nel Sosia (1846) o come «il sottosuolo» dell’uomo nei Ricordi del sottosuolo (1864). Certo è che per gli storici della psicologia (Henry F. Ellenberger, La scoperta dell’inconscio, Torino 1972) proprio il 1880 segna un profondo discrimine nella coscienza occidentale. A tracciare questo discrimine è la diffusione dell’ipnotismo, che scatenò un’ondata di romanzi sulla «doppia personalità»: basti ricordare per tutti Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mister Hyde (1886). A ciò farà seguito sia lo sviluppo della psicanalisi sia quell’ampio interesse letterario per i molteplici volti, più o meno oscuri, della personalità, che si ritrova in Svevo, Pirandello, Proust, Joyce, Kafka e altri.La scoperta del petrolio: ecco un altro sintomo che accompagna l’inizio dell’epoca di Michele. Nel 1877 il chimico russo Mendeleev studiava infatti l’origine del petrolio, che di lì a poco si cominciò a estrarre. L’epoca di Michele si apre con la scoperta di questo nuovo tipo di energia proveniente dal sottosuolo. Nella sua storia l’uomo ha dapprima sfruttato le energie rinnovabili, come il legname, poi, con la rivoluzione industriale, ha usato il carbone, che alimentò le macchine a vapore, è passato al petrolio. Nel campo dell’approvvigionamento delle energie, l’umanità è passata negli ultimi secoli dalla superficie della Terra alle profondità della Terra, dalla natura allasubnatura, dal conscio all’inconscio della Terra. Nell’ultima «Massima antroposofica», scritta il 28 marzo 1925, due giorni prima della sua scomparsa, Rudolf Steiner riassumeva così questo concetto: «Nell’epoca scientifica iniziata intorno alla metà del XIX secolo, l’attività pensante umana ha toccato a poco a poco le regioni più basse della natura, fino a penetrare nella subnatura (elettricità, magnetismo, radioattività). In contropartita l’uomo dovrà trovare con le sue stesse forze una conoscenza spirituale che lo elevi tanto in alto nel soprannaturale quanto l’attività tecnica lo porti al di sotto del livello naturale. Creerà così in sé la forza di non affondare». Di questo slancio verso il soprannaturale fa oggi parte la ricerca di energie alternative, come la riconversione fotovoltaica dell’energia solare in elettricità, l’uso energetico dell’idrogeno per gli autoveicoli, infine la fusione fredda.La lancia di Michele. Sono passati 123 anni dall’inizio dell’epoca di Michele e i fatti storici conseguenti al settembre del 2001 ci pongono di fronte a una complessa domanda: in che cosa consiste l’aiuto di questo arcangelo di fronte al dilagare del male nel nostro tempo, di fronte alle guerre nel Vicino Oriente, al terrorismo internazionale, alla miseria del Terzo Mondo? Nel corso dei millenni l’entità celeste di Michele ha espletato una ben precisa missione: donare l’intelligenza all’uomo, tutelare l’essere umano sul piano della conoscenza. Ma oggi la sua funzione non è più limitata all’ispirazione di pensieri celesti: nel nostro tempo, come insegna Steiner, «egli libera i pensieri dal dominio della testa; apre loro le vie del cuore; proscioglie dall’anima l’entusiasmo, in modo che l’uomo possa dedicare la propria anima a ciò che può venire sperimentato nella luce del pensiero» (Massime antroposofiche, pp. 57-58, 88). Dal 1879 la lancia dell’arcangelo si è accinta a infrangere la corazza del materialismo, che l’uomo si è gradualmente costruita. Per 123 anni le forze celesti di Michele non hanno fatto che accelerare i processi di crisi perché raggiungessero l’acme e si preparasse così un radicale cambiamento. La lancia di Michele è affondata come un bisturi nella storia laddove covava il male e lo ha portato alla luce, facendo esplodere ogni tipo di malattie.Alla luce dell’impulso michaelita, a che cosa mira dunque l’attuale scontro tra fondamentalismo musulmano e Occidente? È forse il temuto «scontro di civiltà», di cui parla Samuel P. Huntington? Per rispondere a questa domanda, facciamo un passo indietro. Durante l’epoca in cui questa entità resse le sorti del mondo dal V al II secolo a.C. si sviluppò la koiné ellenistica, una sorta di globalizzazione per quei tempi fondata sull’uso della lingua greca come collante mediterraneo. Anche nei nostri tempi Michele, arcangelo del pensiero, scavalca i confini, oltrepassa le distinzioni che apparentemente separano gli uomini, per promuovere la fondazione di un’umanità fondata sui valori universali del più puro pensare umano: si potrebbe dire che oggi Michele favorisce la «globalizzazione delle coscienze» e spinge tutti i popoli verso l’autogoverno.Le diverse nazioni islamiche, dalla Turchia al Marocco, non hanno mai avuto una coscienza nazionale prima dello scorso secolo, non hanno mai avuto una propria anima di popolo, se non nella forma espressa dalle antiche civiltà preislamiche, quando questi popoli non erano nazioni, ma spicchi di grandi regni che raggruppavano diverse nazionalità, etnie, lingue, tradizioni. Al tempo dei grandi imperi orientali del I millennio a.C., al tempo dell’impero romano, al tempo dell’impero ottomano, questi popoli non avevano una coscienza nazionale autonoma, tanto che non possedevano alcuna sovranità politica sul loro territorio.In Europa l’alba dell’epoca moderna – che Rudolf Steiner chiama l’epoca dell’anima cosciente – fu accompagnata dall’esplosione dei nazionalismi, che irruppero rovinosamente nella storia con la prima guerra mondiale. Essi erano la conseguenza della caduta degli Spiriti delle tenebre sulla Terra, ovvero di angeli ribelli che avevano rifiutato il compito di depositare nelle menti umane i pensieri universali e avevano inoculato invece nei cuori una serie di accesi aneliti patriottici. Insomma questi spiriti erano decaduti dal pensare al sangue, precipitati dalla mente al cuore.Anche nel Vicino Oriente si svilupparono i nazionalismi parallelamente al crollo dell’ormai decrepito impero ottomano. Ma in questa vasta regione geografica l’azione di Michele fece dell’impulso nazionale una spinta positiva, capace di imprimere alla storia del Vicino Oriente una svolta epocale. L’impero ottomano si sgretolò tra il 1850 e i primi decenni del ’900 e parallelamente si formò, tra il 1839 e il 1876, il movimento riformatore ottomano (detto nahda, rinascimento), voluto da politici e intellettuali che nel periodo dei Tanzimat (Riforme) cercarono di aprirsi una strada verso il progresso e la tecnologia: fu introdotto il principio di cittadinanza e di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Il padre della Turchia, Kemal Atatürk, chiamava negli anni ’20 e ’30 gli scienziati occidentali, mentre l’università cairota di Al-Azhar diveniva già a fine ’800 il centro intellettuale del riformismo.Mentre l’Europa tutta è chiamata oggi a ritornare ai principi universali che superino gli egoismi nazionali – questo il senso futuro dell’Unione Europea – i popoli di area musulmana vanno attualmente in cerca di una coscienza nazionale, di una propria indipendenza politica, che non di rado si esprime nelle contese relative ai confini. L’Occidente deve pertanto imparare a leggere nelle esigenze dei nostri tempi: non può confinare i popoli del Vicino e Medio Oriente nel sottosviluppo economico e spirituale. Tutte le anime che s’incarnano attualmente sulla Terra hanno il diritto di fare l’esperienza dell’anima cosciente, di incamminarsi verso l’autocoscienza attraverso l’educa-zione scolastica, la formazione professionale, le conquiste vere della civiltà moderna.Sarebbe un grave errore confondere l’islâm con il fondamentalismo. L’islâm va piuttosto aiutato a ritornare al riformismo del primo ’900, che voleva integrare modernità e religione, prima di essere tradito dagli stessi nazionalismi che hanno travolto l’Europa. Questa è la più grande esigenza dell’epoca di Michele! Una nuova intesa culturale fra i popoli, un nuovo incontro fra le religioni e le culture sono condizioni volute dalle forze michaelite, perché solo dal confronto fra le credenze può sorgere la presa di coscienza della particolarità di ciascuna corrente religiosa, della missione di ogni fede religiosa, della missione di ciascuna anima di popolo, ma anche dell’universalità dell’Io umano e quindi del valore spirituale della comunità umana. Una lontana profezia della Bibbia, riportata dal profeta Daniele, ha tutta l’aria di riferirsi ai nostri tempi: «Ora in quel tempo sorgerà Michele, il grande principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di calamità, come non c’era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel periodo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro» (Daniele 12,1-3). Chi è questo «popolo» che si salverà nell’epoca di Michele? È l’autentico popolo di Dio: coloro che a tutte le latitudini, quali che siano la loro tradizione e la loro fede, quali che siano la loro razza e il colore della pelle, dopo aver conosciuto di vita in vita la Legge spirituale data dai fondatori di religioni sotto forma di legge esteriore, fatta di norme, doveri, precetti e comandamenti, quindi sotto forma di Torah, di Corano, di Dharma hindu, l’avranno finalmente trasferita nei loro cuori, trasformandola in Legge interiore, trasfigurandola in consapevolezza del pensare, in libertà dello spirito, in forza dell’Amore.
Da un testo di Gabriele Burrini.
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sabato 24 novembre 2012

L'ombra della luce di Franco Battiato.

l'autunno oggi era proprio come ieri e come adesso.... un divenire di colori che si rincorrono a testimonianza dell'estate trascorsa... e più il pulviscolo di acqua mattutina si fonde calorosamente con il ritrarsi della vita delle piante più le foglie appaiono brillanti nell'esser umido. con lo scambiarsi con lo spirito del tempo, le foglie asciugandosi e unendosi così alla luce acquistano colori di terrra intensi...lo spazio che separa me dalla loro superficie lo scorgo tastando tutta quell'immensità di vita che ci sta in quello spazio. come potrei senza di esso percepire tutto ciò!!?!! adesso mi lascio cullare dalla notte che incalza leggera e fresca sulla sera... Leggi il resto del articolo......

venerdì 9 novembre 2012

Chiarezza sui militari “vaccinati a morte” per evitarne altri

Al Ministro della Difesa Ministro della Difesa: Chiarezza sui militari “vaccinati a morte” per evitarne altri Lanciata da Andrea Rinaldelli, Santa Passaniti, Silvana Miotto . Sarebbero i vaccini numerosi, ripetuti, spesso fatti senza rispettare i protocolli, a indebolire il sistema immunitario di migliaia di militari (3700 al momento) scelti dall’Esercito perché sanissimi. Sembrerebbe che queste procedure aprono le porte a malattie molto gravi, specialmente nel momento in cui vengono esposti a materiali tossici o sostanze inquinanti che possono essere l’uranio impoverito ma anche la diossina, le esalazioni di una discarica o agenti chimici fuoriusciti da una fabbrica. 

Siamo i genitori di 3 altrettanti ragazzi che hanno servito l’Esercito Italiano.Andrea Rinaldelli, padre di Francesco Rinaldelli, morto nel 2008. Santa Passaniti, madre di Francesco Finessi, morto nel 2002, ammalatosi alcuni mesi dopo il congedo. Silvana Miotto, madre di David Gomiero malato di una malattia molto grave causata dalle vaccinazioni ricevute durante il servizio militare e da 6 anni invalido al 90%. 

I nostri figli erano stati vaccinati senza indagare correttamente sul loro stato di salute, senza sapere se erano già immuni ad alcune malattie o domandarsi se fosse realmente necessario un vaccino in più. Sui loro libretti vaccinali sarebbero segnate molte situazioni poco chiare, vaccinazioni fatte non necessarie, alcune senza senso, visite mediche mai effettuate. 


Come denunciato da Repubblica.it con l’inchiesta di Vittoria Iacovella “Vaccinati a morte”, l’85 per cento dei militari ammalati non è mai stato all’estero. Il problema è che non serve arrivare in Kosovo, o da qualsiasi altra parte, la stessa Italia con tutti i suoi veleni rappresenta un pericolo mortale per chi ha un sistema immunitario disattivato, impazzito a causa della somministrazione dei vaccini. Come accaduto a Francesco, l’alpino di 26 anni mandato a Porto Marghera e poi morto di tumore, molti altri si sono ammalati appena pochi mesi dopo essere congedati, senza sapere il perché. 

La cosa più grave e che lo Stato non riconosce quasi mai il nesso a chi ha indossato la divisa, quindi il riconoscimento e tantomeno il risarcimento per le malattie contratte. Nella quasi totalità dei casi viene negato che si tratti di cause di servizio. 

Questa pratica vaccinale accade perché si cerca di far tutto velocemente. Questi ragazzi devono essere operativi subito: far partire per una missione 600 militari, seguire i protocolli e fare lo screening di tutti sarebbe difficile. Magari in base a un’attenta analisi 100 finirebbero per non essere in regola e quindi non partire, e allora cosa succederebbe? 

Altro problema importante è rifiutare di vaccinarsi, fare troppe domande non è consentito. Si rischiano sanzioni disciplinari e addirittura il carcere come nel caso del Maresciallo dell’aereonautica Luigi Sanna che ha chiesto di rinviare i vaccini a quando avrebbe avuto risposte a una serie di domande sulla loro sicurezza e necessità.

 Chiediamo al Ministero della Difesa di vigilare affinchè: 
- sia garantita per tutti l’applicazione reale del principio del consenso informato ad essere sottoposti o meno a vaccinazioni senza conseguenze legali; 
- il medico vaccinatore pretenda al momento dall’arruolamento, come previsto dal regolamento, da tutti i militari il libretto dell’USL, e rispetti quanto lì riportato: copertura vaccinale, durata dell’immunizzazione; - i militari siano sottoposti ad anamnesi e test immunologici ed anticorpali, prima di essere vaccinati, e che venga preteso il rispetto del previsto riposo prima di e dopo la vaccinazioni, a maggior ragione se dovessero partire per missioni; - siano date risposte sui casi dei militari ammalati facendo indagini su chi non applica con correttezza i protocolli di vaccinazione, applicando loro provvedimenti disciplinari appropriati. Leggi il resto del articolo......

mercoledì 3 ottobre 2012

"saper vivere con assoluta fiducia, senza nessuna sicurezza nell’esistenza,...."


"saper vivere con assoluta fiducia, senza nessuna sicurezza nell’esistenza,...."

Una frase apparentemente banale, ma proviamo un attimo ad analizzarla da buoni contadini che siamo:

si tratta di una frase estratta dalla potentissima "Per l'epoca di Michele" , che cito qui di seguito: 

 







Dobbiamo sradicare dall’anima la paura e il timore di ciò che il futuro può portare all’uomo.

 Possiamo acquisire serenità in tutti i sentimenti

e sensazioni rispetto al futuro possiamo

guardare in avanti con assoluta equanimità verso tutto ciò che può venire.

E possiamo pensare che tutto quello che verrà
 ci sarà dato da una direzione del mondo piena di sapienza.
Questo è parte di ciò che possiamo imparare in questa epoca:
 a saper vivere con assoluta fiducia, senza nessuna sicurezza nell’esistenza,
 fiducia nell’aiuto sempre presente del mondo spirituale.
 In verità nulla avrà valore se ci manca il coraggio.
Discipliniamo la nostra volontà e cerchiamo
 il risveglio interiore, tutte le mattine e tutte le notti.
Rudolf Steiner

La abbiniamo spesso con l'altro brano, estratto dagli scritti di Goethe, che Gianni Davico definisce "erroneamente attribuita a Goethe", ma essendo una traduzione del Faust mi pare non possa arrivare che da quella stessa grandissima entità umana.

(Goethe ed Hermann Hesse, nella mia gioventù, hanno creato le basi per accogliere l'amico Steiner nell'età...diciamo......più matura.)


Saper Vivere con estrema fiducia: 
Saper: una condizione già avanzata della nostra coscienza, che prevede tutti i processi del risveglio della volontà: infatti il "saper" vivere prevede il "conoscere" come base, accompagnato dalla "forza" del "volere".
Estrema fiducia: la fiducia estrema é probabilmente l'ultimo scalino, cioé l'assoluta fiducia, tanto più "sotto" possibile alla "Fiducia -non Fede". Si prevede la "Certezza" di quel che si fà. E la Certezza non si può ottenere attraverso i Dogmi (fede cieca, troppo facile, delegare agli altri la ricerca delle certezze), ma attraverso l'impegno verso la Conoscenza (tenendo conto che la conoscenza richiesta non é quella Assoluta, ma il massimo livello di "conoscenza" che noi riusciamo a attendere con l'impegno e la ricerca personale ). In questo modo "Estrema fiducia" potrebbe voler dire:
essere coscienti (saper) di stare attraversando una porzione di questo tempo (kronos)  (Vivere) , ricolmi della forza che la nostra esperienza ci ha dato di ottenere, in virtù ( o corrispondenza diretta) del nostro impegno a trasformare in concetti Nostri tutto quanto accada intorno a noi.

Senza Nessuna sicurezza nell'esistenza:

Senza nessuna, é una sensazione da provare: la senzazione di vivere senza nessuna sicurezza, che ognuno di noi dovrebbe prima o poi vivere, potrebbe essere pienamente sperimentata quando ci capita di  vivere a onde alternanti, giorni di intensa gioia e felicità per la vita, per il nostro lavoro, e per tutti quanti ci stanno attorno, con altrettanti giorni di totale sconforto, di prove insormontabili che in un attimo minano tutto il nostro mondo, la famiglia, il nostro fare quotidiano, tanto da non lasciarci più intravedere un benché minimo barlume di speranza;   per lasciare posto, di li a alcuni giorni, a volte settimane, a uno splendente sole raggiante in un mattino di splendido autunno, dove la "Forza" ci circonda nuovamente, e la sentiamo dentro e fuori di noi;  e la gioja di appartenere a questo Tempo, "qui ed ora", ci pervade di nuovo e ci riempie di vita e voglia di amare tutti quanti indistintamente.
Sicurezza: é una specie di cintura di sicurezza che ci tiene legati alla ringhiera del Titanic, mentre questo sta affondando. E noi crediamo di esser al sicuro perché sulla nave ci sono tutti gli altri, per cui, pensiamo che non tocchi a noi di scendere con calma dalla nave e metterci a nuotare con le nostre manine e gambettine, ma che ci siano delle Guide, dei Maestri, degli Studiati e Imparati che abbiano scrutato i libri vecchi e polverosi dai quali trarre le Certezze, per poi guidare la massa 8noi compresi) verso la salvezza. Sicurezza di essere BEN SALDI alla ringhiera del Titanic.
Nell' Esistenza: non si tratta di altro che l'esistenza materiale, la vita di tutti i giorni, quella soggetta alla schiavitù del tempo, che tanto ben conosciamo.

Quando si sia raggiunta questa condizione di "totale insicurezza nell'esistenza" ( = mi sono sganciato dalla nave e sto nuotando da SOLO nel mio mare), si sarà sperimentata la condizione necessaria per veder spuntare nella nostra vita le tracce del mondo "di là", che ci sta venendo incontro.


IL LIMITE FRA IL CORAGGIO E L'INCOSCIENZA:

Sovente ho chiesto a amici e visitatori "qual'é il limite fra il coraggio e l'incoscienza"?

Spesso é emerso : se compi un impresa, grande o piccola che sia, se hai successo diranno che sei stato "coraggioso", se perdi tutto diranno che sei stato incosciente. Questo a livello materialistico. Già il semplice fatto di introdurre in questo concetto l'entità "altri",  (il "diranno" appunto), vuol dire che lasciamo valutare agli altri la buona o cattiva riuscita del nostro fare; lo limitiamo quindi a un piano fisico-materialistico, e addirittura lo mettiamo in mano a qualcun altro....
Sul piano dello Spirito, o del Pensiero, il coraggio, prend' esso un'altra dimensione?


 In verità nulla avrà valore se ci manca il coraggio.


Il coraggio,  forza che sostenta il "core", o che proviene da cuore (Leone) ci potebbe servire per affrontare questa nuova era; il coraggio sarà quindi la forza che dovrà sorgere dalla nostra "Certezza" , che a sua volta sarà sorta dall' "impegno", che dovremo cacciar fuori dal nostro "Fare", sorretti dalla Forza di Volontà. Esso, il coraggio, é il terzo prodotto della catena della "elaborazione" che l'uomo compie sulla Terra. 

1 "Padre" (pensare),  pensare con la nostra "testa", con le nostre facoltà, che tutti abbiamo e che sono state equamente distribuite fra gli esseri umani viventi. Mettere cioé in moto la nostra coscienza, detta anche "io".


2 "Figlio":(sentire), Fare scivolare i nostri pensieri attraverso il "cuore", attraverso la nostra anima, per elaborarli e farli divenire dei concetti veri e propri. Questi pensieri prendono forma e stanno per diventare delle Certezze. cioé Si Trasformano ! E il Trasformare é opera del Figlio che ha Trasformato il Male in Bene.

compiendo correttamente il percorso, giungeremo all'elaborazione finale, il terzo aspetto:

3 Lo Spirito Santo: (volere).  salta fuori, es-plode, la nostra Azione, e si sviluppa ua nuova FORZA: Questa forza non ha nulla a che vedere con la FEDE CIECA in quel che ci ha balbettato un prete o un imam o un rabbino la domenica, leggendo su vecchi libri parole insensate che nessuno di noi può capire (tra l'altro tradotte male a uso delle varie ditte): Questa FORZA, per piccola che sia, viene da un processo tutto nostro. E' questo risultato che abbiamo CREATO noi, con la nostra elaborazione di piccola infinitesima formica, é la più alta delle preghiere, poiché é tutto quanto ci siamo prefissi di ottenere prima di scendere quaggiù nel teatrino della vita: riportare a casa nostra un risultato, un piccolo lavoro utile, da apportare all'Uno che ci ha incaricati, e a noi stessi che ci siamo impegnati di farlo in assoluta libertà.
Nella realtà quella vera,  (che sta dietro al teatrino in cui viviamo tutta la nostra vita) i Creatori siamo noi; é che.... non lo sappiamo, lo dobbiamo scoprire con l'Impegno. Quando capiremo di essere al centro dell'Universo in quanto Uomini incarnati sulla Terra, e di essere il soggetto (scopo) principale di tutto quanto il teatrino della Vita, avremo la Forza e la Certezza di abbandonarci di lasciarci "vivere con estrema fiducia", "senza nessuna sicurezza nell'esistenza" (materiale), lasceremo sorgere e dominare, dilagare, sciogliersi in noi la forza di lasciarci andare ciecamente, follemente, disarmati e pacifici, senza paure,  guidati dalla nostra passione e dall'Amore universale che avremo fatto nascere in noi. 

E questo non é altro che il Coraggio!  : La forza di .... abbandonarci  in ciò che "io" crediamo.

Questo è parte di ciò che possiamo imparare in questa epoca:
 a saper vivere con assoluta fiducia, senza nessuna sicurezza nell’esistenza,
 fiducia nell’aiuto sempre presente del mondo spirituale.


 In verità nulla avrà valore se ci manca il coraggio.


IL MICROCOSMO RIFLETTE ALLORA  IL  MACROCOSMO ?

Questa "creazione " del nostro Pensiero, che nasce nella nostra mente, la parte più alta, si traforma, personalizza nel nostro cuore  e poi si fà Viva Azione, di Volontà, nelle nostre gambe e braccia, 
riflette cioé, nel nostro piccolo organismo di Uomini sulla terra, la condizione del Macrocosmo:

  • Dall' Infinito altissimo punto dello Spazio Finito, dove il Padre ha Creato con il proprio pensiero il nostro sistema evolutivo, il pensiero é divenuto "vivo", e dé diventato cioé il mio tanto Caro Logos del Vangelo di Giovanni. Egli ha attraversato le 12 costellazioni, (fisse e ricolme di saggezza), create dalla Virgo, e precisamente nate dalla stella Spica (spiga di Grano), la prima costellazione, la Vergine appunto. Attraversando le stelle fisse (il pensiero del principio), 

  • si é trovata nel sistema solare (i pianeti), sempre in movimento, (il cuore) soggetti al "tempo", ed é diventato lo Spirito del Sole (il Cristo, il Genio Solare), 


  • ed é venuto in fine a Materializzarsi sulla Terra, dove intesse lo Spirito, che si é infinitamente frantumato e divenuto materia, (azione, volontà).

Per questo si dice che l'uomo é a immagine e somiglianza di chi l'ha creato.
Avviene in noi esattamente quello che avvenne (o avviene) fuori dal tempo, nel macrocosmo! 
Ma dobbiamo capirlo da soli, non impararlo a memoria.... sennò non serve a niente: é come "copiare" a scuola, per poi uscire ignoranti e aver sprecato il tempo e il denaro dei propri genitori.

Buonanotte.
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mercoledì 19 settembre 2012

Un semplice video dal sudamerica, e il socialismo del futuro.

Forse dalle macerie della politica, sorgerà un vero socialismo, slegato dalla politica e slegato da TUTTO quanto lo ha tinto di Rosso durante gli ultimi due secoli.

Il nuovo socialismo sarà costituito dall'unione degli sfigati, quelli che la società si permette ora di IGNORARE perché sono delle piccole pulci. Per questo le pulci possono girare indisturbate.

Da anni ho deciso di NON LOTTARE, per cui ringrazio quelli che ancora lo fanno (perlomeno fanno del rumore, necessario a chi é sordo), come in questo video.

Noi, e i nostri fratelli, abbiamo abbandonato la lotta, con la convinzione che chi ha voglia di lottare contro il potere, rimarrà insieme a lui sulla grande barca pesantissima di ferro che sta affondando.   Mi spiego meglio : colui che ha il tempo di fare BAU BAU al potere, rimarrà imprigionato sulla barca, perché non avrà il tempo di accorgersi che essa sta ....affondando.  La Barca che affonda é la società del materialismo, e tutti quanti ci credano ancora così tanto, sono attaccati alla ringhera della poppa (le loro certezze), sicuri che il mondo andrà avanti come é sempre andato ( e come loro vorrebbero, senza scomodarsi). E sulla nave ci starebbero quindi sia quelli che vorrebbero TUTTO il denaro del mondo per loro (Rockfelle vari, Rotschild Bush, Federal Reserve, Emissari dei Banchieri, Nestlé , Ferrero, Petrolieri, Barilla e tutti quanti), sia quelli che vorrebbero PRENDERGLIELO (il denaro) per ridistribuirlo ai poveri, al miliardo che oggi non ha mangiato, o farne dei pannelli solari per pubblica utilità, o pagare le pensioni a vita ai poveri.
Lasciamo loro tutti quanti sulla barca a discutere, intanto che si inabissa, con il suo peso (ferro pesante), e cerchiamo di costruire un nuovo mondo, senza prendersela con chi vuole rimanere in quello vecchio.

Questo video é comunque interessante ed é una realtà sull'agricoltura che noi stiamo vivendo in prima persona. Prendiamone coscienza , e basterà già.
Non ti curar di loro, ma guarda e passa.
Vi regalo ulteriormente  il modus operandi del nuovo mondo, un'indicazione di come muoversi .
A presto la relazione sul gruppo "grani antichi", tenuto qualche giorno fa.
intanto buona visione.





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sabato 8 settembre 2012

VACCINATEVI TUTTI SUBITO!!!!!!Anzi Vacciniamoci insieme!

Peché non facciamo una greande giornata di vaccini, tutti insieme? potremmo comperarci delle dosi di vaccino, e ritrovarci tutti alla grande quercia, e poi ci potremmo vaccinare uno con l'altro, come ai tempi degli hippyes, un RAve pary del vaccino, fino allo sballo!!!!  Tanto ormai é chiaro he se l'umanità non si vaccinerà questa volta, non potrà superare la terribile Majala che si ripresenta già a Settembre! Segue un articolo interessante:  In rosso le note e i commenti a caldo di questa bruttissima notizia: 

Questo aritcolo é uno di quelli che circolano sul web e sulle televisioni Italiane (credo, io non ce l'ho)....

Allarme influenza : Il vaccino è fondamentale

I primi repentini sbalzi di temperatura hanno già provocato a 80mila italiani i primi sintomi influenzali, ma il vero rischio si avrà dopo Natale. Oltre al ceppo pandemico, ne arriveranno due nuovi decisamente aggressivi. Il vaccino è fondamentale, troppe persone lo sottovalutano. Su sei milioni di italiani si rischia di avere anche morti, soprattutto tra anziani e soggetti fragili.     (io sono non tanto anziano, e un pò fragile, al cuore mi devo vaccinare ancora di oggi?)

Quest'anno il virus si annuncia più violento degli anni scorsi,(é sato violento? non ricordo?) è quanto prevede l’Associazione dei Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) sulla base dello studio dei virus che circoleranno nel nostro Paese (circolano come le automobili: mettono l'autovelox?) sulla base dei dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, nella prossima stagione influenzale circolerà ancora il ceppo virale pandemico del 2009 (il virus A/H1N1 2009) ma anche altri due ceppi diversi da quelli che hanno circolato negli ultimi due anni (un ceppo B e un ceppo H3N2). (si sono incrociati due ceppi, e hanno partorito un ceppone della Madonna!)

"Ci si aspetta una stagione influenzale meno mite ( che vor dì?) e più complessa rispetto a quella dei due anni scorsi", ha commentato Pierluigi Clerici, presidente dell’Amcli,(associazione malati cronici liberi e intelligenti) "e richiederà un'attenzione maggiore alla vaccinazione da parte delle categorie deboli". Quindi la composizione del vaccino per la prossima stagione contiene un virus (A/H1N1 2009) che risulta essere uguale a quello delle due stagioni precedenti, mentre i virus H3Ne e B sono differenti. ( e il vaccino é guardacaso quello dell'anno scorso che le multinazionali hanno avanzato.....)

Sulla maggiore diffusione dell'influenza e eventuale pericolosità(che paura!!!) smorza le preoccupazioni il professor Giancarlo Icardi, ordinario di igiene all'università di Genova, secondo il quale "nonostante la segnalazione dei due nuovi ceppi del virus in arrivo è ancora presto per fare previsioni sull'andamento dell'influenza di questa stagione". 

Ma di fatto l'influenza «edizione 2012-2013» sarà diversa, come messo in luce dai dati. Per disegnare l'identikit dell'influenza che verrà e mettere a punto lo specifico vaccino scudo - ricordano gli esperti - lavorano oltre 100 laboratori in altrettanti Paesi, che raccolgono i virus influenzali dai pazienti e li inviano a 5 centri di riferimento(Atlanta, Londra, Melbourne, Tokyo e Pechino ). Le categorie a rischio da considerare nel piano vaccinale sono sempre le stesse, con l'aggiunta delle donne in gravidanza. (che portasfiga che siete?)
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mercoledì 29 agosto 2012

Nelle Langhe a caccia di Stelle Cadute!

Una giornata a caccia di stelle: si può? Basta crederci.



Il rittano affluente del fiume Uzzone dove vivono le Stelle CAdute

 Facciamo una gita nelle Langhe? siiii! con i bambini nostri più piccoli? siiii1 e dove andiamo?
Ricordavo della mia prima escursione nella langhe, nel 2000, insieme al Steo Baroé e al Maggiore Fresia. Adi un certo punto avevamo attraversato una vallata (segreta) , un rigagnolo afffluente dellìUzzone, dove ad un certo punto Steo mi aveva fatto notare le Meteoriti , chiamate dagli indigeni "Pera do tron" , la "pierre du toner",  dei sassi stranissimi , di forma e consistenza completamente estranei a questa vallata, caduti dal cielo due secoli fà, e dei quali si porta ancora memoria.

Abbiamo organizzato allora la gita e siamo partiti alla caccia di quelle che sono state subito definite le STELLE CADUTE, dai nostri piccoli Gin e Elia!
La rocca del ritrovamento.


Dop 4 ore, nessuna traccia di stelle. Le mamme Ale e Livana, e i bambini iniziavano a dare segni di insofferenza (non é proprio così, però se vogliamo far risaltare gli eroi della storia, come nei film americani, dobbiamo far risaltarei  segni di ...affaticamento per la lontananza dell'obiettivo...).
La stella nelle nostre mani
(oppure la nostra vita nelle mani di una stella?...)

Ad un certo punto, i capi famiglia ( si fa per dire), l'antropologo dott .Vegetabile e l'agriesploratore Batista, si sono spinti nelle alture del ruscello, forzando la marcia per aumentare la possibilità di incontrare stelle cadute.
Quasi all'ultimo, poco prima di retrocedere, ci siamo affidati agli spiriti del bosco e del fiume, che da qualche ora ci avevano osservati e avevano probabilmente valutato le nostre intenzioni "pacifiche": volevamo solamente portare con noi un pezzo di stella!
"a destra" - dissero a Stefano, - "cerca bene" - a Battista , e poi eccola lì, la stella, a guardarci dall'alto di una ripa di terra, in una curva a gomito del ruscello, sotto  una rovere e una gaggia.

Che successo, e che onore ritornare con due pezzi di stelle cadute!

Si tratta di un pezzo di un pianeta, o di una cometa, qualcosa di fisico che proviene dallo spazio.
La barca di pietra prima della partenza. Anche questa sta,
in fondo, galleggiando sulla terra?
Pensiamo agli esseri elementari incantati in questa materia, agli gnomi che per due secoli hanno atteso qualcuno che venisse a "riconoscerli" e ringraziarli per aver portato una vita nuova sul nostro pianeta!

Le stelle sono qui da noi; le abbiamo messe nell'angolo del Fuoco, l'angolo che si addice di più ad una stella, anche se "pensionata" cioé spenta!
In realtà questa pietra brulica di esseri viventi e entità spirituali, come tutte le altre pietre che compongono l'Universo fisico, e brilla nella nostra vita, tanto quanto brilla ancora ora l'amore che ci siamo dati in quella breve e lunghissima giornata nelle Langhe.


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domenica 26 agosto 2012

Luna o cinema? Di Emanuele Cammaroto

La morte del cosmonauta americano riaccende l’eterno dibattito sulla missione dell’”Apollo 11″: il 20 luglio 1969 il mondo ha assistito davvero a un’impresa storica o alla più grande messa in scena realizzata dall’uomo? Neil Armstrong sulla Luna o in un teatro di scena? La morte di Neil Armstrong riporta in primo piano una storia straordinaria ed il più incredibile dei misteri: lo sbarco sulla Luna. L’evento, per le cronache ufficiali, ha cambiato la storia del mondo ma con molta probabilità si può ritenere, invece, sia stato il più grande inganno messo in scena dall’uomo. L’ipotesi che l’uomo non abbia mai messo piede sulla Luna sembra una teoria fantascientifica. Al confine tra bugie e realtà, tra inverosimili teorie e suggestivi complotti, forse la verità sta nel mezzo. L’allunaggio, infatti, è quasi certamente avvenuto: in un altro momento. E’ troppo difficile credere all’autenticità di quel che ci è stato mostrato della notte del 20 luglio 1969. Dello sbarco sulla Luna, chi scrive questo articolo, si è occupato nel 2010, relazionando proprio su questo argomento, alla conferenza internazionale “I segni dei tempi” tenutasi a Taormina e nel corso della quale sono intervenuti alcuni dei maggiori esperti al mondo di Ufologia: Pier Giorgio Caria, Giorgio Bongiovanni, Jaime Maussan, Haktan Akdogan, Jaime Rodriguez, Antonio Urzi e Flavio Ciucani. I maggiori ufologi del pianeta ritengono, in sostanza, che quello sbarco mediatico sia stata una messa in scena e che l’uomo, se davvero è andato sulla Luna, lo ha fatto in una fase cronologicamente differita da quella mostrataci. In una circostanza cioè nella quale lassù si è evidenziato sotto gli occhi terrorizzati degli astronauti che c’era qualcosa o qualcuno che non dovevano essere mostrati, e che ha convinto l’essere umano a non mettere più piede da quelle parti. L’ipotesi più plausibile è che l’uomo abbia anche pensato alla previsione di test nucleari: un intento dal quale è stato costretto a desistere. In sintesi, proviamo a ripercorrere “l’altra storia”, definita anche una versione complottista, e analizziamo gli anni nei quali si inquadra tale versione dei fatti Una premessa: nel 1972 Stanley Kubrick si apprestava ad iniziare le riprese di “Barry Lindon”, film ambientato nel 18° secolo. Il regista voleva che la fotografia rispecchiasse fedelmente l’atmosfera tipica dell’epoca ma avea bisogno di lenti rapide in grado di filmare scene a lume di candela. Decise allora di chiedere alla Nasa le lenti “Zeiss”, le uniche al mondo in grado di riprendere satelliti spia in pieno buio. Da allora i critici di tutto il mondo si arrovelleranno per sempre sull’eccezionale qualità visiva di quella pellicola e sul perché la Nasa e Vernher Von Braun, il “padre” della conquista spaziale, abbiano accettato di prestare a Kubrick la macchina munita del mitico dispositivo di cui esiste un solo esemplare al mondo. Il nulla osta della “Nasa” a Kubrick è la punta dell’iceberg, il culmine di una storia iniziata nel 1961. E’ un segreto, gelosamente custodito dal genio newyorkese sino alla morte, che cela la verità dello sbarco sulla Luna. Il 1 gennaio 2001 Christiane Kubrick, rovistando nell’archivio del marito Stanley, da poco scomparso, scoprirà una cartella con lo stemma della Casa Bianca, archiviata come Top secret. E’ la “chiave dell’enigma”. Dicevamo poc’anzi di “una storia iniziata nel 1961″. Il 25 maggio 1961, in un suo famoso discorso, il presidente degli Usa, John Fitzgerald Kennedy aprì le porte al “Programma Apollo”, definendo lo sbarco sulla Luna “la priorità numero uno”: “entro la fine del decennio dobbiamo portare un uomo sulla Luna e faro tornare sano e salvo. E poi impegnarci in altre missioni, non perchè ciò sia facile ma proprio perchè è difficile”. Kennedy chiese al Congresso di finanziare il progetto per 22 miliardi di dollari: tra il 1961 e il 1972 costerà poi ben 120 miliardi di dollari per 17 missioni, portando comunque alla produzione di oltre 30 mila progetti. E’ una sfida totale contro la Russia, una sfida da vincere a tutti i costi. “Rovina e dannazione per chi perderà”, scrisse il New York Times. Un mese prima dell’annuncio di Kennedy, il sovietico Yuri Gagarin era stato il primo uomo a navigare nello Spazio. Sono gli anni della Guerra Fredda e gli americani hanno bisogno di una grande impresa per recuperare l’amor proprio ferito dai rivali sovietici. L’unica strada appare quella del perseguimento di un’azione di grande successo: la conquista della Luna. Gli americani si affidano a Wernher Von Braun, scienziato tedesco reclutato alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Membro del partito nazista, pioniere dei missili “V2” che aveva fatto fabbricare ai deportati del campo di concentramento di Dora. Tuttavia il governo statunitense e la “Nasa” decidono di chiudere gli occhi sul passato di Von Braun e farlo lavorare in totalità impunità al “Programma Apollo”. La corsa sulla Luna è sempre stato definito l’aspetto “nobile” della “Guerra Fredda” ma il mare della serenità è ancora lontano quando nel 1966 la Cia intercetta un messaggio secondo cui i russi sono pronti a sbarcare sulla Luna e nove cosmonauti si stanno esercitando da anni all’impresa. La sfida spaziale tra le superpotenze entra nel vivo. Cosi nel gennaio 1967 tre astronauti dell’”Apollo 1” muoiono arsi vivi durante un volo di addestramento, ma la stessa sorte tocca tre mesi dopo al sovietico Vladimir Komarov che perde la vita tornando dallo Spazio; e poco più tardi muore anche Gagarin, l’eroe che avrebbe dovuto calcare per primo il suolo lunare. Il 3 luglio 1967 esplode in rampa di lancio il missile russo progettato per andare sulla Luna ed è lì che si spegne di fatto il sogno sovietico di inviare un uomo sulla Luna per celebrare il 50 esimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre del 1917. Von Braun è il primo a capire che l’impresa va spettacolarizzata. Incontra più volte il produttore Walt Disney. Solo Hollywood è in grado di trasformare un banale lancio missilistico che non appassiona ancora nessuno in una eccitante megaproduzione. Ed è qui che entra in scena Stanley Kubrick. Avete capito bene e se non invece così non è… allora rileggete sopra. Il regista in stretta collaborazione con la Nasa sta girando in quel periodo “2001: Odissea nello Spazio”. Quel film preparerà il pubblico ad accogliere con fervore il primo viaggio sulla Luna. La dirompente forza visiva dell’opera, gli effetti speciali e la storia di quella visionaria pellicola capolavoro entusiasmano a tal punto i progettisti e gli ingegneri del progetto spaziale che non criticheranno nemmeno una scena della pellicola perché inverosimile. Le immagini della navicella Discovery alla volta del sistema solare appaiono stupefacenti e l’influenza di quella visione fantascientifica del cosmo darà lo sprint decisivo alla corsa verso la Luna. La competizione si trasferisce sul versante dello spettacolo: quello del sogno. Per il film più costoso della storia del cinema vengono rinnovate le tute spaziali e le forme dei razzi, l’illuminazione viene potenziata con 100 riflettori, la rampa di lancio viene spostata cosi che il sole le stesse dietro in fase di decollo, e i motori vengono rivestiti in oro laminato. Così gli occhi del mondo assistono il 20 luglio 1969 al miracolo del primo allunaggio umano sulla Luna. Lo realizza Neil Armstrong, comandante di “Apollo 11”, seguito da Buzz Aldrin, mentre il loro compagno Michael Collins è al controllo del modulo di comando Columbia. Ma erano reali le immagini che hanno visto gli spettatori di tutto il mondo quella notte? Henry Kissinger e Donald Rumsfeld, consiglieri dell’allora presidente Usa, a distanza di tanti anni, di recente hanno raccontato le paure di Richard Nixon, che alla vigilia della missione temeva con vero terrore ”imprevisti”. Da lì sarebbe nata l’idea della Casa Bianca di filmare i primi passi sulla Luna in uno studio. Uno scenario che sarebbe stato confermato poi da Richard Helmes e Vernon Walters, allora direttore e vicedirettore della “Cia”. La regia dell’allunaggio sarebbe stata affidata da Nixon a Kubrick, in quel periodo impegnato nelle ultime riprese a Londra di “2001: Odissea nello Spazio”. Il regista trova in un primo momento l’idea divertente ma rifiuta. Finisce per accettare: non poteva dire no, anche perché nel 1963 era stato autorizzato ad accedere ai luoghi strategici del Pentagono per girare il film “Il dottor Stranamore”. Tecnici e figuranti della messa in scena saranno uomini della Cia. Davanti alla loro scarsa professionalità, Kubrick, suo malgrado, supervisionerà in prima persona tutte le riprese. Illazioni? Fantasie? Agghiacciante ed eloquente un aneddotto che riguarda un colloquio tra Armstrong e Von Braun, nel 1977. Quest’ultimo era in punto di morte e al cosmonauta disse: “dal punto di vista statistiche le mie prospettive sono pessime ma lei sa bene quanto le statistiche possano essere false. Anni fa (ai tempi cioè della collaborazione con i nazisti) io sarei dovuto finire in prigione e lei dovrebbe essere morto nello Spazio…”. La verità non la conosceremo mai, eppure è legittimo e doveroso chiedersi a cosa hanno assistito la notte del 20 luglio 1969 i telespettatori di un intero pianeta. Quando Armstrong scese la celebre scaletta si trovava davvero sulla Luna o la passeggiata avvenne in uno studio televisivo, in un teatro di posa? Dopo gli sbarchi del “programma Apollo”, perchè nessun essere umano ha più camminato sulla Luna? E per quale motivo i tre eroi dell’”Apollo 11”, al loro ritorno, si sono ritirati dalla vita pubblica, finendo in preda a una profonda crisi depressiva? Il sospetto inquietante è che al mondo siano state mostrate sequenze fotografiche preparate altrove, che simulavano in perfetto stile cinematografico lo sbarco. Era in fondo questa l’unica certezza di poter scongiurare una figuraccia e regalare un’immagine esaltante della conquista dello spazio. Oggi rimane una infinità impressionante e imbarazzante di incongruenze sullo sbarco lunare. Gli astronauti che sono stati sulla Luna, alla domanda di che colore sia la Luna hanno dato 12 risposte diverse. Niente stelle, niente colori, niente panorami. Dalle immagini, i motori propulsori del modulo, stranamente, non formano crateri al momento della discesa; si nota persino una enigmatica “C” su un sasso lunare, che appare il contrassegno di un oggetto di scena e che, invece per la Nasa era solo un “peluzzo” caduto sulla pellicola al momento in cui è stata sviluppata. E le temperature? Almeno 130 gradi al sole e -100 all’ombra: non esiste nessuna pellicola che possa resistere ad un tale sbalzo. I negativi originali delle foto della missione si trovano in un bunker a Houston ma la Nasa non concede a nessuno di visionarli. Questi e tanti altri misteri dividono tuttora gli studiosi. A volte la finzione supera la realtà e il confine tra le due cose può diventare molto sottile. Non dimentichiamo che nel 1968, un anno prima del presunto sbarco, con lo stesso modulo lunare che era stato costruito nel 1961, Neil Armstrong rischiò di morire in quella capsula. A 70 metri di altezza il velivolo iniziò a sbandare e si salvò soltanto grazie ad un seggiolino estraibile. Comunque siano andate davvero le cose, la conquista della Luna, 43 anni dopo, rimane il film più affascinante della storia moderna. Neil Armstrong è stato, in ogni caso, il protagonista. Ma da eroe o attore? Emanuele Cammaroto Giornalista. Scrive per il quotidiano Gazzetta del Sud; ha collaborato con le emittenti nazionali Rai Uno (Uno Mattina) e Canale 5 (La Domenica del Villaggio), ed il "Corriere dello Sport". Collabora, inoltre, dalla Sicilia con il programma tv "Chi l'ha Visto" (Rai Tre). E' stato impegnato presso l'Ufficio Stampa della Regione Siciliana (Assessorato al Turismo, Sport e Spettacoli). Relatore, organizzatore e moderatore di convegni su attualità, politica e cronaca. Leggi il resto del articolo......

domenica 12 agosto 2012

Un sito da ...studiare

Un sito da ...studiare. vorrei presentare ai lettori di questo blog un sito che ho molto apprezzato. Si tratta del blog di Maria amgela Padoa Schioppa. In partiolare consiglio a tutti la sua nuova sintesi di orientamento per la nuova epoca, che troverete qui: http://www.maria-angela-padoa-schioppa.it/archivio/testi3/index.htm Buon cammino a tutti quanti lo vorranno intraprendere! Leggi il resto del articolo......

sabato 23 giugno 2012

La nostra tenda

Cercate la vita schiettamente pratica, materiale,
Ma cercatela in modo da non lascairvene stordire
  Smarrendo il senso dello spirito
 Che agisce al suo interno.
 Cercate lo spirito,
Ma non cercatelo con voluttà soprasensibile,
 Per soprasensibile egoismo,
Bensì cercatelo Con disinteressata volontà di trarne frutto
 Nella vita pratica,
nel mondo materiale.
 Fate tesoro della vecchia massima:
 "Non v'è mai spirito senza materia, né materia Senza spirito"",
così da poter dire:
Noi vogliamo fare ogni cosa materiale Alla luce dello spirito,
E vogliamo cercare la luce dello spirito,
Perché ci susciti calore in vista del nostro fare pratico.


 UNA BUONA NOTTE DI SAN GIOVANNI A TUTTI!
 che cos'é la ns tenda? il velo, la tela distesa nei prati, che raccoglie la rugiada della notte santa di San Giovanni, a raccogliere le forze cosmiche, non é che per caso siamo noi? Leggi il resto del articolo......

venerdì 27 aprile 2012

La Disobbedienza.

Il Maestro Igor. Un bel video che vi consiglio di Ascoltare.  

 "non si può insegnare ad una persona a disobbedire, sennò, se ti ascolta, vuol dire che ha obbedito almeno...a   te! Se lo vedi che sta disobbedendo, però ,alloral lo puoi aiutare a continuare per questo cammino. buona disobbedienza! 
Chi sa, sa di suo,  che non sa.....
Sapere di essere ingnoranti, é almeno, l'inizio di una sapienza!
Essere in grado di pensare, almeno una volta, di aver sbagliato tutto nella vita, fa si che ci tengano le porte aperte alle varie possibilità di Cambiamento che ogni giorno si propongono davanti a noi.
Auguri! Leggi il resto del articolo......

martedì 24 aprile 2012

Oggi a casa.

Che giornate fantastiche! 
Quanta gente amica!
Quanto amore che ti aspetta ad ogni lato!
Quanta suerte intorno a noi!

La pace invade, prima i nostri pensieri,
Poi le nostre azioni
E lenisce il cuore e le sue pene
Fin a far risplendere tutto quanto. 

Non ci sono paure!
Deve essere proprio cosi
Cosi dovra andare quindi il nostro mondo! 

Senza pesi o paure da trascinare
Ci muoviamo leggiadri sul nostro cammino.
d'IO ci accompagna.

Da un"Alba" ne spunta un'Altra 
Piu nostra e piu vera.
Chiudi gli occhi repira piano e senti l'Adesso che
Impetuoso si manifesta, che

Ti riempie i polmoni di istanti appena passati che si fanno respirare, 
 e che nutrono il tuo io Ora. Leggi il resto del articolo......

martedì 3 aprile 2012

Un ragazzo che ha dimostrato Volontà.

Credere nei sogni.
Oggi parliamo di moda.
Aveva deciso di fare lo stilista. Dal nulla. E ci ha creduto.
Per quel che ne so io é il migliore, oppure forse son un pò di parte, però....
un bravo se lo merita.
Ecco uno dei suoi vestiti, indossato da una star.... del momento....
Un post un pò strano sul mio blog? Moda? Veline? Isola dei famosi? Una star che urla come una forsennata...Beh c'é di mezzo Dario Biglino, l'inventore di sogni tradotti in tessuti. Il monaco che fa gli abiti, e li fa anche bene!
E poi dicono che il mondo é tutto in mano ai potenti, ai ricchi, alle multinazionali, ai brand e alle firme famose; tirare fuori le palle ragazzi, e non mollare!
Bravo Dario! sono commosso.
http://www.leichic.it/moda-donna/guendalina-tavassi-nello-studio-dellisola-dei-famosi-con-un-abito-firmato-avaro-figlio-16910.html
www.avarofiglio.com
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mercoledì 28 marzo 2012

FREEZER? No THANKS

Dal 2002 ad oggi, é possibile far funzionare TUTTO un ristorante, senza far uso di congelatori? pensate sia impossibile?
In regalo, il nuovo cartello che andrà esposto nei locali liberi dalla surgelazione elettrica, pratica mortale che dà la morte al cibo ed alla sua sostanza.
Scaricate pure il cartello.. e fatene uso!!
ciao



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mercoledì 21 marzo 2012

CROCIFISSION AN REUSA

Una delle poesie di Luigi Armando Olivero.
Per presentarvelo, posso ridurre a pochi concetti il mio pensiero: 
Il miglior poeta chi io abbia mai incontrato nella mia breve vita e nella mia povera esperienza letteraria.

Mi sento molto legato alla sua esperienza.
Olivero ha scritto e parlato decine di lingue, ed é stato corrispondente estero per buona parte della sua vita. Ha frequentato e conosciuto i grandi suoi contemporanei della poesia, letteratura e cinema.
Ha voluto scrivere per tutta la sua vita, solo poesie i Piemontese.
Se avesse scritto in Italiano, ora l'Italia avrebbe un premio nobel in più.
invece ce lo teniamo tutto stretto per noi.
E' morto nel 1996, a Roma dove ha vissuto parte della sua vita. Ha vissuto pochissimo in PIemonte. 
Se i letterati italici fossero colti come i loro equivalenti di altre nazioni meno superficiali, Olivero potrebbe ancora prendere il premio Nobel per la poesia in Italia.
Una volta me la sarei presa da morire per una questione del genere: adesso quasi più niente...
Mi godo il mio Olivero che giorno per giorno, chissà per quanti giorni ancora, avrò il piacere di scoprire.
Grazie a Giovanni Delfino.    http://luigiolivero.altervista.org/ 









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sabato 4 febbraio 2012

Per tutti i miei Amici

UN film che mi ha appassionato tantissimo.
insomma: la nostra verità.
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venerdì 3 febbraio 2012

Cara America, il rischio è il declino

La lezione della storia è impietosa: dall'impero romano a Gheddafi, i regimi e le civiltà finiscono in repentini tracolli più che graduali declini. Ed è quello che rischiano Stati Uniti e Occidente dopo aver perso le "armi vincenti" – dalla concorrenza all'etica del lavoro – che ne hanno garantito la supremazia per secoli, a vantaggio di altre società, soprattutto asiatiche. Cara America, il rischio è il declino

di Niall Ferguson

La lezione della storia è impietosa: dall'impero romano a Gheddafi, i regimi e le civiltà finiscono in repentini tracolli più che graduali declini. Ed è quello che rischiano Stati Uniti e Occidente dopo aver perso le "armi vincenti" – dalla concorrenza all'etica del lavoro – che ne hanno garantito la supremazia per secoli, a vantaggio di altre società, soprattutto asiatiche.

Forse è ancora possibile eliminare i virus e rilanciare il nostro sistema: ma bisogna agire subito.
L'Occidente ha prevalso sul resto del mondo, a partire dal XVI secolo, grazie a una serie di innovazioni istituzionali che si sono rivelate altrettante armi vincenti: la concorrenza; la rivoluzione scientifica; lo stato di diritto e il governo rappresentativo; la medicina moderna; la società dei consumi; l'etica del lavoro.
All'inizio del XX secolo, una decina di imperi – Stati Uniti compresi – rappresentava il 58% della superficie e della popolazione del pianeta, e ben il 74% dell'economia mondiale. Poi, però, il quadro è rapidamente cambiato. A cominciare dal Giappone, numerose società si sono appropriate di queste armi vincenti. Chi è oggi il vero depositario dell'etica del lavoro? Il sudcoreano medio lavora circa il 39% di ore in più a settimana rispetto all'americano medio. L'anno scolastico in Corea del Sud è di 220 giorni, rispetto ai 180 degli Stati Uniti. Basta frequentare un po' le principali Università americane per accorgersi che gli studenti migliori, quelli che studiano di più, sono gli asiatici e gli asiatico-americani.

Quanto alla società dei consumi, 26 dei 30 più grandi centri commerciali del mondo si trovano oggi nei Paesi emergenti, soprattutto in Asia. Negli Usa se ne contano solo tre: e oggi sono posti desolati e semivuoti, visto che gli americani faticano a ripagare i debiti e hanno le carte di credito scadute. Passando all'assistenza sanitaria, la spesa americana è più alta di quella di qualunque altro Paese. In percentuale sul Pil, gli Stati Uniti spendono il doppio del Giappone per la sanità e più del triplo della Cina. Eppure l'aspettativa di vita in America è salita da 70 a 78 anni negli ultimi 50 anni, rispetto alle impennate del Giappone (da 68 a 83 anni) e della Cina (da 43 a 73 anni).
Se poi parliamo dello stato di diritto, il World Economic Forum ci dà un quadro desolatamente chiaro. In ben 15 dei 16 indicatori relativi alla tutela della proprietà intellettuale e alla governance d'impresa, gli Stati Uniti sono più arretrati di Hong Kong e si piazzano al primo posto solo in un settore: la protezione degli investitori. Sotto ogni altro aspetto, la loro reputazione è pessima.

Figurano all'86° posto nel mondo per i costi imposti alle imprese dalla criminalità organizzata, al 50° per la fiducia dell'opinione pubblica nell'etica degli uomini politici, al 42° per le varie forme di corruzione e al 40° per l'affidabilità degli audit e la credibilità dei bilanci. Quanto alla scienza, gli ultimi dati sulla competenza matematica rivelano che il divario fra gli studenti più avanzati al mondo – quelli di Shanghai e Singapore – e i loro coetanei americani è oggi più grande del gap fra gli adolescenti americani e quelli albanesi e tunisini.
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mercoledì 25 gennaio 2012

Lingua e cultura d'Italia

Vi sembrerò ripetitivo, però vale la pena pubblicare una intervista del nostro carissimo professor Sergio Gilardino, sulla lingua piemontese. Saluti amici cari. consiglierei di leggerala... Battista.

Incontro con il piemontese (1): Sergio Gilardino e la differenza tra lingua e dialetto

luglio 12, 2011 di Sara Bauducco

“Io parlo, leggo e scrivo il piemontese prima di tutto perché è la lingua dei miei genitori e dei miei antenati, secondariamente perché – tra tante lingue studiate ed utilizzate – è l’unica che mi sia veramente spontanea e, in terzo luogo, perché mi alimenta con una letteratura che è densa dei luoghi della mia infanzia, dei detti della mia gente, delle figure retoriche classiche, ma risonanti di vita radicata in un luogo, perché mi rigenera e mi salva dall’alienazione e dall’estraneamento. È lingua mia, fatta poesia. Senza il piemontese sarei letterariamente, identitariamente e linguisticamente solo una frazione di quello che invece mi sento di essere con questa lingua abbinata alle altre nel mio dialogo ininterrotto con popoli e scrittori”. Così Sergio Gilardino, cittadino canadese e grande conoscitore di lingue ancestrali, descrive la propria passione per il piemontese.

Nato in una cascina della bassa vercellese al termine della seconda guerra mondiale, in ambiente esclusivamente piemontofono, Gilardino alle elementari è stato ripetutamente bocciato come “afasico e incapace di imparare la lingua nazionale”; nonostante ciò, è diventato il primo della sua graduating class, ha ottenuto il diploma di media superiore a San Francisco nel ’63 e poi il diploma di liceo linguistico nel ‘65 in Piemonte, con la media del 9. Il suo percorso scolastico è proseguito con la laurea in Lingue e Letterature germaniche alla Bocconi nel ‘70 e con il dottorato in Lingue e Letterature romanze ad Harvard nel ‘76; da allora, e fino al 2005, ha tenuto la docenza di Lingue e Letterature comparate all’università McGill di Montréal. Già direttore dei lavori per il grande dizionario enciclopedico della lingua Walser (2008), ora è impegnato nella compilazione del dizionario della lingua provenzale alpina e per questo ha scelto di vivere a Comboscuro, dove questa lingua è quotidianamente parlata e insegnata ai più piccoli.

Perché studiare il piemontese o altre lingue locali e dialetti in un’epoca in cui impera l’inglese come “lingua senza frontiere”?


La lezione sull’importanza sociale ed economica, prima ancora che culturale, delle lingue ancestrali l’ho ricevuta in Canada, Paese che ha conosciuto una révolution tranquille alla fine degli anni Sessanta per il riconoscimento del francese come lingua paritaria non solo nel Québec, ma dovunque nella federazione canadese. Il Canada, nei suoi cinquant’anni di bilinguismo ufficiale, ha grandemente beneficiato di questa politica multilinguistica, estesa rapidamente al riconoscimento di varie lingue amerindiane e minoritarie (tra cui l’italiano).

L’eredità linguistica italiana, in fatto di lingue ancestrali, non ha confronti in Europa e ancor oggi – nonostante la morte di moltissime delle sue lingue minoritarie nel corso degli ultimi 150 anni – essa primeggia per varietà, ricchezza e specificità di lingue regionali. Rivitalizzarle o ritardarne la perdita almeno fino a quando siano state debitamente codificate, significa – da un lato – salvare una parte integrante del patrimonio etnico-culturale dell’Italia, dall’altro offrire ai giovani un valido stimolo al multilinguismo. La conoscenza e/o lo studio di una lingua ancestrale hanno riverberazioni immediate sulla capacità dei giovani ad affrontare il mondo multilingue che li aspetta al di fuori dei sempre più angusti confini nazionali, al di fuori dei quali parlare più lingue, grandi e piccole, non è solo un’expertise, ma un’attitudine mentale indispensabile per la sopravvivenza.

L’inglese è anche una lingua ancestrale, ma a livello internazionale è un codice per alberghi, aeroporti e borse valori: la lingua ancestrale non solo non ne ostacola l’apprendimento, ma lo facilita enormemente, perché a confronto della sua straordinaria ricchezza idiomatica il globish (global English) è una lingua relativamente povera e facile da imparare.

Lei ha vissuto in diversi Paesi, per molti anni è stato docente in Canada, ma da piemontese è innamorato di questa lingua…


Vi sono due modi assai diversi di intendere l’espressione “lingua piemontese”. Come avviene con tutte le lingue, dalle più prestigiose alle più piccine, nella cerchia familiare i bimbi imparano solo un certo numero di parole e di espressioni. Mentre per le lingue nazionali la frequenza scolastica, la società e i mass-media, via via, forniscono ampliamenti lessicali notevoli, che integrano la base fornita dall’ambiente domestico, per il “dialetto” questo non è oramai più il caso: né la scuola, né l’ambiente circostante, né stampa-radio-tv-internet, lo arricchiscono in prosieguo di tempo. Ciò induce molti (inclusi quelli che parlano il piemontese in una delle sue varianti) a ritenere che non esista altro lessico che quello imparato in casa. Da qui il famigerato discrimine “lingua/dialetto”: si parla in dialetto di poche cose con poche persone, si parla in lingua di molte cose con molte persone. La realtà è che già i dizionari del piemontese nell’Ottocento (Sant’Albino, Zalli, Ponza, Pasquali, Gavuzzi, ecc.) ci presentano una panoplia lessicale di diecine e diecine di migliaia di parole, anche tecniche, politiche, militari e giuridiche, che esorbitano del tutto dalla gamma lessicale di chi il piemontese l’ha sempre e solo conosciuto come lingua dell’oralità. Gianfranco Gribaudo, autore di uno dei più ricchi ed utili dizionari del piemontese nei nostri tempi, ha annotato a mano 10.000 aggiunte alla quarta edizione del Neuv Gribàud e altrettante ne ha annotate Tòni Baudrìe (noto lirico in provenzale e in piemontese) all’ultima edizione del Gavuzzi.

Questo è l’altro volto del piemontese: lingua codificata (dizionari, antologie e grammatiche dalla fine del Settecento), lingua di re, di eserciti, di nobiltà e borghesia, di giornalismo, di romanzi, di prosa d’arte, di teatro, di civiltà e identità “nazionali”. Questo è il volto molto meno conosciuto, per cui quando si parla di “lingua sabàuda” molti non capiscono neppure a cosa si allude, inclusa la maggior parte di coloro che parlano il piemontese. Non sanno che ci sono grammatiche, dizionari, opere e studi sulla sintassi, sulla stilistica, sulla metrica. Il problema è che non lo sanno neppure i docenti e gli insegnanti, e questo è più grave, anche perché i pareri, le convinzioni, le scelte che contano sono i loro. Non sanno e non si curano di sapere che per “lingua sabauda” ci si riferisce ad una lingua millenaria (i primi documenti sono datati tra la fine del decimo secolo e l’inizio dell’undicesimo) che possiede più di centoventimila lemmi, sparpagliati in più di 70 dizionari compilati sull’arco degli ultimi tre secoli (Sette, Otto e Novecento), con un patrimonio letterario di tutto riguardo.

Molti italianisti, dottissimi nel proprio campo, ma punto in quello delle lingue ancestrali, si ritengono autorizzati a parlare ex catedra dei “dialetti”, come se questi fossero un aspetto degenere del linguaggio degli italiani cui essi debbono rimediare. Parlare il “dialetto” o parlare l’italiano, intercalando parole dialettali, è parlare male. Il rimedio è lo studio dell’italiano. Sono fermamente convinti che il piemontese, o qualsiasi altra lingua regionale, si riduca a quelle poche parole superstiti che ancora si intendono sulle labbra degli anziani. Proprio per questo lo definiscono il piemontese un “dialetto”.

Di dialettale, in queste valutazioni, c’è solo la loro cultura monolingue, ferma a vetusti principi rinascimentali, già ampiamente superati da Charles De Brosses, Melchiorre Cesarotti e Samuel Johnson nella seconda metà del Settecento e del tutto risibili se parametrati agli insegnamenti dei grandi field linguists britannici, statunitensi, canadesi, russi dei giorni nostri. Mentre la comunità scientifica internazionale ha prodotto e continua a produrre diecine di libri sulle lingue ancestrali e sulla loro conservazione, la linguistica campale italiana non ha prodotto una sola opera di breccia sulla rivitalizzazione/resuscitazione linguistica.

Quando Luca Serianni (Accademico della Crusca e dei Lincei) afferma che il “dialetto non deve essere insegnato nelle scuole”, Umberto Eco che il “dialetto” usato per argomenti seri lo fa ridere, Roberto Benigni che i concetti che lui esprime a proposito della Divina Commedia non possono essere detti in “dialetto”, rivelano un concetto che è simile a quello di chi, per farsi un’idea dell’italiano, andasse ad ascoltare i nipotini degli emigranti italiani in Australia o in Canada e pensasse che quelle poche frasi spezzate e parole residue siano tutto l’italiano.

Il malinteso è così grossolano, banale, madornale, che passa anche la voglia di mettersi a dare schiarimenti: la cultura accademica italiana è preparata e aggiornata in molti campi, ma decisamente non in quello della linguistica ancestrale. I giovani linguisti italiani veramente preparati (ve ne sono diversi e con diversi intrattengo un carteggio) hanno studiato all’estero e lì vivono ed insegnano. In patria non hanno né accoglienza, né futuro.

Beninteso, il problema è più radicato e ben più vasto. È ombelicalmente connesso con la nozione che gli intellettuali italiani hanno di “popolo”: ci potremmo tirare dentro il concetto del latino “lingua che sola può esprimere l’eccellenza letteraria” e, quello ad esso strettamente collegato, della chiesa che non riteneva che le lingue del popolo fossero atte a veicolare i messaggi biblici. Sono visioni che – con vari adeguamenti e apparenti concessioni – sono arrivate fino ai nostri giorni.

Gli intellettuali responsabili per le politiche linguistiche italiane hanno un concetto completamente errato delle lingue ancestrali: non sanno cos’è il nucleo lessicale storico, non sanno cos’è la specificità lessico-idiomatica, non parlano, non leggono e non scrivono nessuna lingua ancestrale, non hanno mai passato anni delle loro vite a codificare con metodologie induttive e sinonimiche i tesori già segnalati da Graziadio Isaia Ascoli 150 anni fa, ma – nonostante tutto ciò – si sentono autorizzati a dare pareri in qualità di esperti ai legislatori e ai dirigenti scolastici senza avere per guida altro che il loro inveterato horror dialecti.

Il problema si perpetua perché chi non sa è chiamato a prendere decisioni e chi sa viene ostracizzato come “dialettofono”: e nel frattempo svaniscono nel nulla gli ultimi tesori del patrimonio linguistico italiano.
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